Il diritto (negato) all'educazione
di base nell'era tecnologica
Superare l'analfabetismo: le
indicazioni del rapporto mondiale dell'Unesco ed
i contributi italiani
di Alessandro Dell'Aira
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Sono
tuttora 800 milioni gli adulti
analfabeti e 100 milioni i
bambini al mondo che non hanno
diritto all'istruzione
Ne parla il rapporto Unesco |
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Ha avuto luogo a Roma lo scorso venerdì, al
Ministero della Pubblica Istruzione, la
presentazione del Rapporto mondiale sull'educazione,
nella sua edizione 2000, la quinta. Il rapporto
è pubblicato ogni due anni in francese e in
inglese dall'Unesco, Organizzazione
internazionale per l'educazione, la scienza e la
cultura. Questa volta, e per la prima volta, è
stato tradotto in italiano. Non esistono
traduzioni in altre lingue. Il titolo è: «Il
diritto all'educazione. La formazione per tutti
lungo il corso della vita». Alla riunione romana,
presieduta da Gianni Puglisi, segretario generale
della Commissione Italiana per l'Unesco e
neorettore dell'università Iulm di Milano e
Feltre, è intervenuto anche il ministro Tullio
De Mauro.
Il rapporto Unesco 2000 sull'educazione
planetaria intende contribuire alla comprensione
internazionale della natura e degli scopi del
diritto all'educazione, secondo la Dichiarazione
universale dei diritti dell'uomo, e presenta un
bilancio aggiornato dei progressi realizzati
sulla strada dell'educazione per tutti, seguendo
le indicazioni dell'ultimo Forum mondiale dell'Educazione.
Il primo dei suoi quattro capitoli è dedicato al
diritto all'educazione e agli impegni della
comunità internazionale per realizzarlo. Gli
altri tre si occupano dell'espansione mondiale
dell'educazione negli ultimi cinquant'anni.
Altrettante appendici forniscono, rispettivamente,
i percorsi di stesura dell'articolo 26 della
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, i
dati statistici, gli indicatori mondiali sull'educazione
e una vasta bibliografia.
800 milioni di analfabeti
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Koïchiro Matsuura, Direttore generale dell'Unesco,
sottolinea nell'introduzione al Rapporto che
malgrado i progressi compiuti dal 1948, anno
della Dichiarazione dei diritti dell'uomo,
esistono oggi nel mondo più di 800 milioni di
adulti analfabeti e 100 milioni di bambini che
non frequentano la scuola primaria. Matsuura cita
il Forum di Dakar sull'Educazione nel mondo, dell'aprile
2000, come occasione da non perdere per l'intensificazione
degli sforzi e l'accelerazione dell'azione
educativa universale. Lo stesso concetto, nell'introduzione
italiana, è ripreso da Tullio De Mauro, il quale
osserva come la corsa all'alfabetizzazione
strumentale si sia trasformata, nel corso degli
anni, in una richiesta di alfabetizzazione
culturale e di educazione di base, e non solo nei
paesi a sviluppo intenso. Proprio come in un
verso famoso di Gianni Rodari: una scuola grande
quanto il mondo. Gianni Puglisi, a sua volta,
sottolinea l'importanza della traduzione italiana
del Rapporto 2000, come strumento per gli addetti
ai lavori e come «finestra aperta sull'universo
del diritto all'educazione in un mondo che
cambia».
L'Italia contribuisce annualmente al bilancio
Unesco per l'otto per cento del totale, e si
colloca al quarto posto tra i paesi contribuenti,
dopo il Giappone (25 per cento), gli Usa e la
Francia. Il nostro paese è addirittura al primo
posto, se si considerano i suoi contributi non
formali, con un apporto annuo calcolato in 19
milioni di dollari Usa (trentasei miliardi circa).
Biblioteche nel deserto
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Una delle iniziative italiane più interessanti,
legate all'istruzione ma anche al recupero della
memoria storica, è il progetto al quale
partecipa un consorzio di università, per una
rete di biblioteche per bambini nel cuore del
Sahara, «Biblioteche nel deserto». Si tratta
del restauro di testi d'epoca databili tra il
1300 e il 1800, con trattati di archeologia,
matematica e storia coranica, utilizzati un tempo
dai bambini arabi. Al progetto partecipano la
Statale e la Cattolica di Milano, l'Istituto
Orientale di Napoli, le università di Padova,
Torino, Trieste Siena e l'istituto universitario
di Architettura di Venezia.
Al di là di queste azioni straordinarie e di
emergenza, peraltro necessarie e urgenti, l'informazione
ordinaria Unesco consente di valutare lo stato
dell'educazione su scala mondiale. I suoi
rapporti, come strumenti di lavoro quotidiano,
sono utili anche nelle realtà locali, come punto
di riferimento e parametro di valutazione
autonoma dell'efficacia degli interventi di
innovazione e riforma del sistema, e quindi in
grado di dare maggiore concretezza al
coordinamento degli interventi.
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