Luserna,
tra i libri
di Elvio
Fachinelli
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di Alessandro
Dell'Aira
In Piazza Marconi a
Luserna da sabato scorso c'è una targa
per Elvio Fachinelli. È stata scoperta
alla fine del convegno "Salute e
malattia nel bambino. Confronto con
l'età adulta", organizzato dal
Centro Documentazione di Luserna e
dall'APT degli Altipiani, con il sostegno
della Daldoss Elevetronic.
Mentre il
telo cadeva e scopriva la targa, due
bambine sulla porta di piazza Marconi 2,
sede dell'incontro, facevano festa a
Fachinelli come sarebbe piaciuto a lui.
Alla grande, giocando.
"Biglietti!" Bloccavano il
passaggio a mani incrociate, chi usciva
sulla piazza doveva chiedere permesso. Un
gioco. Ha chiesto permesso Enrico
Palandri, venuto a intitolare la
biblioteca comunale al suo maestro, nato
a Luserna nel 1928 e scomparso a Milano
nel 1989. Lo hanno chiesto Mario
Cristofolini, presidente del Consiglio
Provinciale, e Mauro Leveghi, presidente
del Consiglio Regionale, venuti insieme e
accolti da Luigi Nicolussi Castellan,
sindaco di Luserna e presidente del
Centro Documentazione.
Palandri,
casual e un po' bobo (borghese
bohémien), docente di letteratura
italiana all'University College di
Londra, aria da eterno studente, assiste
in silenzio alla cerimonia. È devoto
alla memoria di Fachinelli, che gli
pubblicò il primo romanzo,
"Boccalone", nella casa
editrice L'Erba voglio. Decollato con
l'approvazione del maestro, lo scrittore
Palandri "ha preso il volo"
come Angela, la giovane protagonista del
suo ultimo romanzo. Accademico alla
Tabucchi, diverso da Tabucchi nel suo
rapporto fra cattedra e scrittura,
Palandri si sente attratto dall'ambiente
londinese e dal viavai di gente che
incontra nel suo
laboratorio-osservatorio, distante
dall'Italia di ieri e di oggi.
Le poche
parole spese, anzi investite da Palandri
a Luserna, hanno sviluppato un percorso
lineare. Dall'importanza di Fachinelli
come traduttore di Freud, psicanalista
amico e lettore di Lacan, promotore di
imprese simboliche, paradossali,
richiamate nei saggi (fermare le frecce,
registrare gli orologi sulla telepatia),
fino ai suoi sforzi per rendere meno
largo il fossato fra la torre d'avorio
degli analisti, le scienze sociali e la
cultura militante.
Le donne e
gli uomini pre-globali somigliano ai
luoghi che li hanno visti nascere.
Luserna è una terra di confine con un
senso di identità che non ama steccati.
La sua grande risorsa è lo sviluppo di
un percorso autonomo nell'autonomia.
Fachinelli, figlio di Luserna, è stato
uno dei maestri migliori della
generazione cui appartiene Palandri. Ha
lasciato in eredità al suo paese i libri
che aveva raccolto: più di tremila, il
venti per cento in lingua straniera.
Anche le opere di letteratura ammontano
al venti per cento del totale. Alcune
sono presenti due volte: in originale e
in traduzione italiana. Nell'introduzione
al catalogo "Frutti della
claustrofilia" - il cui titolo,
ispirato a un libro di Fachinelli, allude
a una biblioteca fertile, proiezione del
ventre materno -, Marco Conci osserva che
le qualità del fondo sono il
multilinguismo e l'interdisciplinarietà.
Ne aggiungiamo una terza: il buon
vicinato fra le discipline, il loro
completarsi in questo universo di volumi
a disposizione di tutti gli studiosi.
Un
universo dove non si paga pegno a
nessuno, tranne ai bambini che giocano.
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