di Alessandro
Dell'Aira
È stato presentato
ieri il secondo volume della «Storia del
Trentino»: l'opera si propone di
costruire la storia del territorio
trentino seguendo le vicende complesse e
affascinanti che hanno segnato questo
spazio di frontiera dalla preistoria
all'attuale assetto autonomistico. La
«Storia», suddivisa in sei volumi, è
un'opera collettiva, a cui lavorano una
sessantina di autori. Un lungo lavoro di
squadra, dunque, costruito attorno ad un
progetto unitario, rivolto non solo agli
addetti ai lavori, ma a tutti coloro che
coltivano l'interesse e l'amore per il
passato, ossia per la memoria collettiva
della loro comunità.
DELLA monumentale Storia del
Trentino, promossa dall'Istituto Trentino
di Cultura, è uscito da qualche tempo il
secondo volume, dedicato all'Età romana.
Ieri si è aggiunto quello dedicato alla
Preistoria e alla Protostoria, primo di
una serie di sei editi dalla Società
Editrice Il Mulino. I curatori sono
Michele Lanzinger, Franco Marzatico e
Annaluisa Pedrotti. Hanno collaborato
Giampaolo Dalmeri, Stefano Grimaldi e
Renato Perini. La presentazione ha avuto
luogo ieri pomeriggio a Trento nell'Aula
Grande dell'ITC di via santa Croce, con
gli interventi di Maria Garbari
(presidente del Comitato scientifico
composto da Marco Bellabarba, Livio
Caffieri, Giorgio Cracco, Gianni
Faustini, Giuseppe Olmi e Iginio Rogger)
e di Gianni Bonvicini, presidente
dell'ITC. Ospite d'onore Isabella Bossi
Fedrigotti, che ha intrattenuto il
pubblico su "I Trentini della
pietra: una storia europea".
Questi volumi, com'è noto, si propongono
di ricostruire l'identità del territorio
trentino, dalla preistoria all'attuale
assetto autonomistico, seguendo un filo
conduttore che supera la ripartizione fra
le varie discipline. Opere di tale
ampiezza sono prodotti corali, che da una
parte fanno il punto scientifico sullo
stato degli studi e sulle tendenze
interpretative, dall'altra si rivolgono
al grande pubblico con fini didascalici e
divulgativi.
Questa Storia del Trentino supera il
concetto di «Corpus monumentale»
(raccolta completa, ordinata per
compartimenti ma spesso di respiro
circoscritto) e aderisce al modello di
grande «Opera aperta», con la
ricostruzione di percorsi, intrecci e
scenari. Quando i volumi ci saranno
tutti, il lavoro non sarà completo: il
progredire di studi e ricerche
richiederà in ogni caso un adeguamento
dei percorsi all'ampliamento degli
intrecci e degli scenari (basti pensare
alle novità che hanno arricchito di
recente le nostre conoscenze sulla Trento
romana).
Michele Lanzinger, direttore del Museo
Tridentino di Scienze Naturali, ideatore
di esposizioni accattivanti, curatore
della Prima parte del volume, non ha
mancato di riferirsi con affetto alla
figura di Bernardo Bagolini,
prematuramente scomparso, propulsore in
Trentino delle ricerche preistoriche
bibliografiche e sul campo.
«Questa presentazione - ha dichiarato -
non è un atto rituale, ma il punto di
arrivo del lavoro che in molti abbiamo
svolto per il Trentino che cresce. C'è
anche un filo sottile che lega questo
volume alle tematiche che abbiamo
presentato negli ultimi anni alla
cittadinanza e agli ospiti di passaggio.
È una ricchezza di risorse intellettuali
che alimenta la collaborazione sinergica
tra Provincia autonoma, Università,
Musei e singoli studiosi».
La prima parte, curata da Dalmeri,
Grimaldi e Lanziger, tratta di
Paleolitico, Mesolitico, Neolitico ed
Età del rame, approfondendo la questione
del bicchiere campaniforme fra Età del
rame e del bronzo.
La seconda parte, curata da Perini,
Nicolis e Marzatico, tratta delle Età
del bronzo e del ferro, sviluppando
ampiamente il tema del culto dei morti e
dei riti funerari.
Il corredo di immagini e di carte, la
bibliografia, gli indici, sono un
indispensabile e prezioso complemento al
testo anche in questo volume.
Affascinante l'intervento di Isabella
Bossi Fedrigotti, che si è fatta largo
fra pietre, frecce, cocci di vasi e
palafitte per arrivare finalmente al
cacciatore intrepido e allo scalatore
ingegnoso, internazionale e senza
frontiere già allora, libero
dall'urgenza, che è dei moderni, di
interrogarsi sulle proprie origini.
Questa Storia del Trentino è scritta
anche in onore suo, omino di vita breve e
dal lungo futuro.
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Guerriero
con elmo crestato. Figura
schematica in bronzo, da
Villazzano (Trento).
Riproduzione. L'originale è
della seconda Età del ferro
(Trento, Castello del
Buonconsiglio). |
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