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Domenica 3 marzo 2002  
 


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 CULTURA
Alpi & Conflitti. Un mese di convegni e dibattiti

TRENTINO, fronte sud.
Dall'irredentismo alle trincee, guerra in redazione






di
Alessandro Dell'Aira



  Sono, questi di inizio anno, mesi di intenso confronto e riflessione sul tema della guerra sul fronte trentino-altoatesino. Libri, convegni, incontri, dibattiti tra storici e ricercatori. È in corso a Riva la tre giorni sui forti austroungarici nell'Alto Garda mentre l'altra sera a Palazzo Trentini lo storico von Hartungen, presentato da Fernando Orlandi, ha parlato di propaganda e di offensive massmediologiche sul fronte sud della Grande guerra con una riflessione sulla Tiroler Soldaten Zeitung, la cui redazione, installatasi all'hotel Laurino, mandava a stampare alla Tyrolia, oggi Athesia.

UNICA per formato, regolare per periodicità, raffinata nella veste, la Tiroler Soldaten
Zeitung, foglio per i militari del Tirolo uscito per circa due anni, dal giugno 1915
all'aprile 1917, all'apice della sua diffusione ebbe per direttore un fuoriclasse.
Trentacinquenne, ingegnere, assegnato alle truppe territoriali, dopo varie destinazioni
e una crisi d'ulcera, Robert Musil raggiunge Bolzano con i gradi di tenente. Il
periodico è sulla breccia da un anno.

Per chi era la Zeitgung? Per i militari dislocati in vari punti del fronte. Da una
frequenza bisettimanale, nell'agosto del 1916 si assestò come settimanale. C'era un
inserto fatto a Innsbruck, una parte tecnica, contenuta, e molte pagine affidate anche
ai collaboratori, artisti locali e drammaturghi, con largo spazio al filone naturalista.
Vi scrivono alti personaggi che non si firmano. C'è spazio anche per la pubblicità, i
racconti, le poesie di guerra, le storie e i saggi. Non manca la rèclame di negozi
trentini e bolzanini e di Innsbruck. L'area di diffusione si estende fino a Rovereto.

I temi sono l'eroismo, la guerra (la presenza del nemico italiano si avverte, ma se ne
parla poco, quasi fosse un dettaglio ininfluente), il culto del Tirolo e di Andreas
Hofer, le imprese dell'esercito. Alla Tiroler corrispondono una Karnische e una
Julische Soldaten Zeitung, inferiori per qualità alla prima, illustrata con fotografie e
disegni, come si conveniva ai migliori giornali dell'epoca. La futura avanguardia
tirolese è rappresentata, così come i Kriegsmahler, i pittori di guerra che avevano il
privilegio di andarsene in giro senza divisa a cogliere spunti qua e là, al di sopra di
ogni sospetto di spionaggio nonostante l'ossessione dell'epoca. Le persone colte della
truppa, i sottufficiali, gli ufficiali subalterni e di complemento, sono quello che oggi
si direbbe l'utenza di target. Sono interessati agli aspetti tecnici, come l'avanzamento
in carriera ma finiscono per leggere anche il resto e la pubblicità. Il direttore Musil, da
parte sua, scrive su questioni di cultura politica, sullo Stato, sull'Austria, sul principio
di nazionalità. L'apparato vigila e cerca di evitare che si entri nel politico.
L'arciduca Eugenio, comandante del fronte italiano, è il garante di questo controllo.
Il suo ruolo è particolarmente attivo, tanto è vero che verso la fine del 1916 iniziano
le prime proteste per gli strappi alle regole e la sfida alla censura di guerra. Gli
attacchi nei confronti dell'irredentismo aumentano, finché nell'aprile del 1917 il
Soldaten Zeitung del Tirolo sospende per sempre le pubblicazioni.
Ufficialmente è soppresso per motivi finanziari: è una ragione valida, le spese sono
alte e occorre razionare anche la carta. Ma non è escluso che la ragione risieda anche
nelle esigenze politico-militari. Nel 1917 la propaganda nazionalistica si fa molto più
forte, e i redattori non sempre stanno ai patti. La censura avvertì più volte che la
chiusura sarebbe comunque arrivata presto, e tanto tuonò che piovve. In aprile il
Tiroler Soldaten Zeitung, con rammarico dei suoi lettori, cessa le pubblicazioni.
L'uscita di questa esperienza editoriale, eccezionale per qualità formale e di contenuti,
è inconciliabile con Heimat, il nuovo giornale di guerra coordinato a Innsbruck da
un direttore che già conosciamo: Robert Musil. Il Tirolo, quando chiama la grande
Patria, è ridotto a una piccola patria. Ha avuto la sua bella presenza editoriale, che ha
chiuso in bellezza, ha detto Christoph von Hartungen, una vivace stagione editoriale.
Gli ha fatto eco Fernando Orlandi, nel corso del dibattito, accostando le proposte
culturali della Tiroler, che ospitò fra l'altro i disegni del fassano
Francesco Ferdinando Rizzi, a quelle dei più noti ed eleganti Almanacchi di guerra, e
alle occasioni di incontro come le diciotto grandi mostre alle quali presero parte
quattrocento artisti provenienti da tutte le parti dell'Impero. Per allargare al massimo
la fruibilità dei documenti, è prevista a breve un'edizione digitale della Tiroler
Soldaten Zeitung, nell'ambito del Progetto Circe.







 
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