Alpi
& Conflitti. Un mese di
convegni e dibattiti TRENTINO,
fronte sud.
Dall'irredentismo alle trincee,
guerra in redazione
di Alessandro Dell'Aira
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Sono,
questi di inizio anno,
mesi di intenso confronto
e riflessione sul tema
della guerra sul fronte
trentino-altoatesino.
Libri, convegni,
incontri, dibattiti tra
storici e ricercatori. È
in corso a Riva la tre
giorni sui forti
austroungarici nell'Alto
Garda mentre l'altra sera
a Palazzo Trentini lo
storico von Hartungen,
presentato da Fernando
Orlandi, ha parlato di
propaganda e di offensive
massmediologiche sul
fronte sud della Grande
guerra con una
riflessione sulla Tiroler
Soldaten Zeitung, la cui
redazione, installatasi
all'hotel Laurino,
mandava a stampare alla
Tyrolia, oggi Athesia.
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UNICA
per formato, regolare per
periodicità, raffinata nella
veste, la Tiroler Soldaten
Zeitung, foglio per i militari
del Tirolo uscito per circa due
anni, dal giugno 1915
all'aprile 1917, all'apice della
sua diffusione ebbe per direttore
un fuoriclasse.
Trentacinquenne, ingegnere,
assegnato alle truppe
territoriali, dopo varie
destinazioni
e una crisi d'ulcera, Robert
Musil raggiunge Bolzano con i
gradi di tenente. Il
periodico è sulla breccia da un
anno.
Per
chi era la Zeitgung? Per i
militari dislocati in vari punti
del fronte. Da una
frequenza bisettimanale,
nell'agosto del 1916 si assestò
come settimanale. C'era un
inserto fatto a Innsbruck, una
parte tecnica, contenuta, e molte
pagine affidate anche
ai collaboratori, artisti locali
e drammaturghi, con largo spazio
al filone naturalista.
Vi scrivono alti personaggi che
non si firmano. C'è spazio anche
per la pubblicità, i
racconti, le poesie di guerra, le
storie e i saggi. Non manca la
rèclame di negozi
trentini e bolzanini e di
Innsbruck. L'area di diffusione
si estende fino a Rovereto.
I
temi sono l'eroismo, la guerra
(la presenza del nemico italiano
si avverte, ma se ne
parla poco, quasi fosse un
dettaglio ininfluente), il culto
del Tirolo e di Andreas
Hofer, le imprese dell'esercito.
Alla Tiroler corrispondono una
Karnische e una
Julische Soldaten Zeitung,
inferiori per qualità alla
prima, illustrata con fotografie
e
disegni, come si conveniva ai
migliori giornali dell'epoca. La
futura avanguardia
tirolese è rappresentata, così
come i Kriegsmahler, i pittori di
guerra che avevano il
privilegio di andarsene in giro
senza divisa a cogliere spunti
qua e là, al di sopra di
ogni sospetto di spionaggio
nonostante l'ossessione
dell'epoca. Le persone colte
della
truppa, i sottufficiali, gli
ufficiali subalterni e di
complemento, sono quello che oggi
si direbbe l'utenza di target.
Sono interessati agli aspetti
tecnici, come l'avanzamento
in carriera ma finiscono per
leggere anche il resto e la
pubblicità. Il direttore Musil,
da
parte sua, scrive su questioni di
cultura politica, sullo Stato,
sull'Austria, sul principio
di nazionalità. L'apparato
vigila e cerca di evitare che si
entri nel politico.
L'arciduca Eugenio, comandante
del fronte italiano, è il
garante di questo controllo.
Il suo ruolo è particolarmente
attivo, tanto è vero che verso
la fine del 1916 iniziano
le prime proteste per gli strappi
alle regole e la sfida alla
censura di guerra. Gli
attacchi nei confronti
dell'irredentismo aumentano,
finché nell'aprile del 1917 il
Soldaten Zeitung del Tirolo
sospende per sempre le
pubblicazioni.
Ufficialmente è soppresso per
motivi finanziari: è una ragione
valida, le spese sono
alte e occorre razionare anche la
carta. Ma non è escluso che la
ragione risieda anche
nelle esigenze politico-militari.
Nel 1917 la propaganda
nazionalistica si fa molto più
forte, e i redattori non sempre
stanno ai patti. La censura
avvertì più volte che la
chiusura sarebbe comunque
arrivata presto, e tanto tuonò
che piovve. In aprile il
Tiroler Soldaten Zeitung, con
rammarico dei suoi lettori, cessa
le pubblicazioni.
L'uscita di questa esperienza
editoriale, eccezionale per
qualità formale e di contenuti,
è inconciliabile con Heimat, il
nuovo giornale di guerra
coordinato a Innsbruck da
un direttore che già conosciamo:
Robert Musil. Il Tirolo, quando
chiama la grande
Patria, è ridotto a una piccola
patria. Ha avuto la sua bella
presenza editoriale, che ha
chiuso in bellezza, ha detto
Christoph von Hartungen, una
vivace stagione editoriale.
Gli ha fatto eco Fernando
Orlandi, nel corso del dibattito,
accostando le proposte
culturali della Tiroler, che
ospitò fra l'altro i disegni del
fassano
Francesco Ferdinando Rizzi, a
quelle dei più noti ed eleganti
Almanacchi di guerra, e
alle occasioni di incontro come
le diciotto grandi mostre alle
quali presero parte
quattrocento artisti provenienti
da tutte le parti dell'Impero.
Per allargare al massimo
la fruibilità dei documenti, è
prevista a breve un'edizione
digitale della Tiroler
Soldaten Zeitung, nell'ambito del
Progetto Circe.
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