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Poeti,
welfare, storia e rete
di Alessandro
Dell'Aira (*)
Una prima occhiata al paniere di spunti
proposto quest'anno ai candidati dà le
vertigini: come guardare la terraferma da
una giostra lanciata. Poi la giostra si
ferma e si comprende. Né documenti né
dati, solo citazioni decisamente
orientanti nell'apparente equilibrio dei
punti di vista degli autori citati. Il
punto di vista più chiaro è di chi ha
scelto le citazioni e gli spunti. Per
l'ambito storico-letterario (Poeti e
paesaggio natìo), se il primo paletto è
del 1885 (Carducci e la maremma,
rigorosamente minuscola come maremoto,
anche se il dolce Paese del poeta è
emotivamente unico), gli altri sono del
1903 (i Pastori di D'Annunzio), del 1912
(la scontrosa Trieste di Saba), del 1922
(la Liguria di Sbarbaro). Assortimento
ideale per i bisnonni dei candidati, se
non fosse per l'ultimo spunto,
illustrato: scorcio lacustre di Guttuso
per l'edizione Einaudi 1960 dei Promessi
Sposi. Vignetta e didascalia: Addio casa
natìa, addio monti sorgenti
dall'acque... Sarà Bagheria, patria
dell'artista, o il borgo di Lucia? Scelta
eccentrica, svista o mezza gaffe del
confezionatore del kit? Effetti globali?
Sorvoliamo.
Ambito socio-economico: Il dibattito
sull'evoluzione dello stato sociale
(stato minuscolo come maremma e maremoto,
si tratta di Usi Invalsi, lo Stato non è
un'antonomasia ma una condizione
esistenziale, di grazia o confusionale
che sia). Punto di vista, anzi pensiero
dominante degli estensori: sempre meno
stato
sociale-assistenziale-provvidenziale,
sempre più Mercato e giovani leoni che
si sporcano le zampe con i bisogni
sociali emergenti. Auguri.
Ambito storico-politico: La memoria
storica tra custodia del passato e
progetto per il futuro (avete mai visto
progetti per il passato?). Caspita!
Custodia, quasi un piantonamento del
patrimonio ideale in tempi di messa
all'asta del Patrimonio monumentale,
mancando il conquibus per i Progetti e le
Infrastrutture Spa. Tra gli autori citati
(Briggs, Demier, Ritter e quel Carneade
del Censis, si fa per dire: chi sarà
costui?), a sommesso giudizio di alcuni
è clamorosa l'assenza di Gramsci e della
sua lezione dei primi anni Cinquanta su
passato e presente. Atto freudianamente
mancato? Sottovalutazione cosciente
dell'importanza dell'oggi tra il
tramandare e il progettare? Segno certo
dei tempi? Chissà.
Quarto argomento: Internet, conoscenza
lavoro e commercio. Su cinque citazioni,
quattro riguardano il lavoro e il
commercio e una l'alfabeto Morse, che con
la rete c'entra come i segnali di fumo di
Toro Seduto. E la conoscenza? E la
virtute, quelle per cui seguir fatti
fummo, secondo l'Alighieri? Obiettivi
d'antan. Da un megastore all'altro, oggi
Ulisse l'astuto seguirebbe il percorso
più breve, quello dell'agente di
commercio. Kit di sopravvivenza nel
sacco, precotti in cambusa e
"quant'altro". Con il
quant'altro non si rischia mai.
Sicché la cosa più creativa e
liberatoria, per i cadetti che
prediligono questa forma di scrittura, è
titolare l'articolo o il saggio. Un
aspetto cui si fa meno caso del dovuto.
La consegna è di scegliere titoli
"coerenti",
"appropriati". A saperci fare,
non è male che siano anche
"forti",
"accattivanti". Un titolo forte
aggancia i lettori e spesso li
condiziona. Saranno riusciti, i nostri
eroi, a scegliere il titolo giusto, lo
stile giusto, il taglio giusto per la
forma giusta? E' quello che vivamente
speriamo.
(*) Preside del
Liceo scientifico e linguistico Leonardo
da Vinci di Trento
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