LE LETTERE  
martedì 2 marzo 1999, S. Basilio  
   
SANREMO /2

Voilà, la guerra fredda è finita

Alessandro Dell'Aira

Che Laetitia Casta fosse una diva iperbolica si era capito dal nome oltre che dalle forme, che ce ne importa dei suoi denti di castoro più incisivi dello strabismo di Venere, nessuno è perfetto ma questa è una favola, è una Beatrice multinazionale di nome e di fatto, come Gorbaciov che batte ancora cassa e testimonia per l'olio sopraffino facendo concorrenza a Dante Alighieri per la modica cifra di centomilioni, l'anno scorso ha incassato centosessantamila verdoni per la pizza Hut, non è in ribasso il prezzo è giusto, l'olio è olio ma la pizza è pizza, uau, tira di più e viene la voglia in fronte pure a chi non ce l'ha, anche alla Casta diva, e allora pace, non mandiamoli all'inferno tutti e due, che vadano a guardarsi negli occhi in Paradiso, San Remo li aspetta e li eurobenedice.
Come passa il tempo, anche allora San Remo faceva politica, pensate, "Vola Colomba" era la canzone di Trieste libera, "Papà Pacifico", era l'uomo qualunque di Guglielmo Giannini, "Papaveri e papere", era l'inno del borghese piccolo piccolo, e pure "Tua tra le braccia tue per morir così", che impatto, ma ora no, non è più l'età, ora è tutto soft come il burro, il primo tango della Riviera dei Fiori è un gran Casino politicamente corretto, il Casino fiorito delle feste e dello spettacolo nell'attesa che venga quel giorno, un'insalata bielorussa con le onde del placido Don che confluiscono nel bel Danubio blu volto il guardo al passato Ticino sotto il ponte del Dulbecco, e il Nobel, che fisico dove lo metto, per carità mi dispiace ma son contento di sapere che c'è posto nel processo canoro e democratico per una pace libera, preziosa e casta, opps, amiamoci in Letizia, tutti giù dalle antiche scale, non siamo insensibili al grido di stupore per la ripresa di Rai Uno, carramba, la Casta Agnese è un fine dicitore travesti da Carlo Dapporto nello smoking froufrou di Saint Laurent, e il Clinton due? Roger, come dicono i cibì e i piloti dei Prowler, sigaroquà sigarolà, senza veli. Non capisce, non si spiega? No problem, lo doppia don Lurio, dadaumpa, la guerra fredda è finita, e anche Carla Fracci, se la lasci riscaldar.
E poi dicono i telefonini in platea, quelli sì che vibrano se non trillano, basta piegarli in quattro e metterseli in tasca che non se ne accorge nessuno, siamo a cavallo, altro che le mutande della Oxa che le hanno viste solo Fabio Fazio e sedici milioni di italiani, zac e tac, l'Oxacavallo è basso e forse pure il popò della Casta, la tele è alta e la notizia è strisciata. Che pizza la notizia, vuoi mettere il festival di Fazio, dicono le mamme, viva la Casta, pensano i mariti, la musica è vita e finché c'è vita c'è speranza, è quello che le donne non dicono più, dice la nonna come dice la Mannoia, e neanche il nonno si annoia, è dall'ultima guerra che gli tocca vivere sempre così giocondo perché la vita è bella e al buio non si trova, non c'è niente da capire, se la lasci riscaldar.





Laetitia Casta