TRENTO  
giovedì 24 giugno 1999, Natività  di S. Giovanni Battista  
   

Quelle virgolette buttate a caso
IL PELO NELL'UOVO:
le tracce della prima prova scritta

Alessandro Dell'Aira

TRENTO.
Sono settanta in otto fogli. Sessantasei alte di cui due spaiate (non chiuse) e una di un altro tipo, quattro basse a caporale (modello Citroën rende meglio l'idea), nessuna semplice. Quelle a caporale erano, nell'ordine: due di Thomas Mann (ci rifiutiamo di credere che sulla scelta abbia influito la citazione dai Pensieri di guerra) e due di suo figlio Klaus. Vuol dire che l'esperto di storia, il cui contributo è stato importato nel megafile finale, è stato l'unico a ricordarsi di una regola tipografica di base, e cioè che all'interno di una coppia di alte vanno messe le basse, o viceversa, o quelle semplici. Erano tante e ci siamo divertiti a contarle. Stiamo parlando delle virgolette sottovuoto nella busta d'argento dei cosidetti temi di italiano. Otto fogli per quattro tipologie, A, B, C e D, e sette scelte possibili, se si considera che la seconda tipologia, saggio breve o articolo di giornale, consentiva quattro opzioni diverse. Uno studente di Milano, Elia Rollier del liceo scientifico privato «Enrico Fermi», su la Repubblica di ieri, l'ha imbroccata: si era preparato sulla prima guerra mondiale partendo dal Grande dittatore di Charlie Chaplin. Coincidenze, curioso però che Galimberti, sempre su la Repubblica, abbia impostato il suo fondo sul termine maturità, che questi esami non li designa più.
L'alluvione di virgolette è in parte, ma non sempre, giustificata. Il più delle volte è richiesta dalle citazioni, di cui alcune, comunque, prive di virgolette. Gli otto fogli, come sempre, hanno in testa il simbolo della Repubblica: la stella sovrapposta alla ruota coronata d'alloro, che però affoga tra codici a barre e sigle di sapore misterioso. Sono tutti numerati con frazioni, alla maniera informatica. Il primo di otto contiene 56 dei 69 versi della lirica I fiumi di Ungaretti, compressa in due colonne per risparmiare spazio. I versi sono tutti numerati come i piani dell'Empire State Building nella pulsantiera dell'ascensore. L'ultimo, di tenebre, sempre per esigenze di spazio, si salda a luogo e data di composizione: di tenebre Cotici / il 16 agosto 1916, in un involontario ed inedito distico sdrucciolo con assonanza. E meno male, pensiamo agli alberi che l'hanno fatta franca con le centinaia di migliaia di fotocopie in meno in questa mattinata di passione italiana (moderata).
La tipologia A è l'analisi del testo, la B è il saggio o l'articolo, con tanto di consegne: se scegli un àmbito indica questo, se ne scegli un altro indica quest'altro, e puoi anche inventare. Non superare le quattro o cinque colonne del foglio piegato a metà, e mal ne incolse alle commissioni che prima di aprire la busta avevano fatto piegare i fogli a tre quarti. Alla fine ci si è accordati. Qualcuno ha chiesto a bassa voce, intimidito da quel consegne quasi da caserma: ma nel saggio breve posso parlare di quello che voglio? Ma sì, certo, se resti negli àmbiti: intellettuali e grande guerra, la famiglia in mutazione, intellettuali e nazismo, progresso e risorse alla luce dell'Annual Report sullo stato del pianeta.
La parola magica, un po' rimpianta e un po' negletta: TEMA, riaffiora consolatoria nella terza tipologia e nella quarta. Un tema difficile e uno facile, come a dire: la virtù sta nel mezzo, e quindi andate a pescare altrove. Quello storico puro, sui volti e i risvolti diversi della storia europea tra le due guerre (movimenti, regimi, crisi, instabilità, tentazioni), non lo fila quasi nessuno. Il quarto, in molti. E' il TEMA di ordine GENERALE, e questo termine immenso come il mare fa meno paura delle consegne perché si fonda su parole correnti: bisogni, risposte, volontariato, cooperativa, motivazioni, percorso, esperienze. E in fondo è comprensibile: è il tema sociale del giorno, la sussidiarietà delle organizzazioni non governative di fronte alla difficoltà degli Enti istituzionali ad affrontare le emergenze. Molti giovani si sono attivati nella raccolta di viveri per il Kosovo, dentro e fuori la scuola. In questo sono più esperti degli esperti ufficiali.
Molta tranquillità, tutti puntuali, commissioni al completo. Nessuno sfora gli orari, imprevisti pochi o quasi nessuno, isterie zero. Non sarà stata, finalmente, inopinatamente, involontariamente se vogliamo (per fare il verso al finto Valentino di Striscia la notizia) una prova generale di maturità?