Quelle
virgolette buttate a caso
IL PELO NELL'UOVO:
le tracce della prima prova scritta
Alessandro Dell'Aira
TRENTO. Sono
settanta in otto fogli. Sessantasei alte di cui
due spaiate (non chiuse) e una di un altro tipo,
quattro basse a caporale (modello Citroën rende
meglio l'idea), nessuna semplice. Quelle a
caporale erano, nell'ordine: due di Thomas Mann (ci
rifiutiamo di credere che sulla scelta abbia
influito la citazione dai Pensieri di guerra)
e due di suo figlio Klaus. Vuol dire che l'esperto
di storia, il cui contributo è stato importato
nel megafile finale, è stato l'unico a
ricordarsi di una regola tipografica di base, e
cioè che all'interno di una coppia di alte vanno
messe le basse, o viceversa, o quelle semplici.
Erano tante e ci siamo divertiti a contarle.
Stiamo parlando delle virgolette sottovuoto nella
busta d'argento dei cosidetti temi di italiano.
Otto fogli per quattro tipologie, A, B, C e D, e
sette scelte possibili, se si considera che la
seconda tipologia, saggio breve o articolo di
giornale, consentiva quattro opzioni diverse. Uno
studente di Milano, Elia Rollier del liceo
scientifico privato «Enrico Fermi», su la
Repubblica di ieri, l'ha imbroccata: si era
preparato sulla prima guerra mondiale partendo
dal Grande dittatore di Charlie Chaplin.
Coincidenze, curioso però che Galimberti, sempre
su la Repubblica, abbia impostato il suo
fondo sul termine maturità, che questi esami non
li designa più.
L'alluvione di virgolette è in parte, ma non
sempre, giustificata. Il più delle volte è
richiesta dalle citazioni, di cui alcune,
comunque, prive di virgolette. Gli otto fogli,
come sempre, hanno in testa il simbolo della
Repubblica: la stella sovrapposta alla ruota
coronata d'alloro, che però affoga tra codici a
barre e sigle di sapore misterioso. Sono tutti
numerati con frazioni, alla maniera informatica.
Il primo di otto contiene 56 dei 69 versi della
lirica I fiumi di Ungaretti, compressa
in due colonne per risparmiare spazio. I versi
sono tutti numerati come i piani dell'Empire
State Building nella pulsantiera dell'ascensore.
L'ultimo, di tenebre, sempre per
esigenze di spazio, si salda a luogo e data di
composizione: di tenebre Cotici / il 16
agosto 1916, in un involontario ed inedito
distico sdrucciolo con assonanza. E meno male,
pensiamo agli alberi che l'hanno fatta franca con
le centinaia di migliaia di fotocopie in meno in
questa mattinata di passione italiana (moderata).
La tipologia A è l'analisi del testo, la B è il
saggio o l'articolo, con tanto di consegne:
se scegli un àmbito indica questo, se ne scegli
un altro indica quest'altro, e puoi anche
inventare. Non superare le quattro o cinque
colonne del foglio piegato a metà, e mal ne
incolse alle commissioni che prima di aprire la
busta avevano fatto piegare i fogli a tre quarti.
Alla fine ci si è accordati. Qualcuno ha chiesto
a bassa voce, intimidito da quel consegne
quasi da caserma: ma nel saggio breve posso
parlare di quello che voglio? Ma sì, certo, se
resti negli àmbiti: intellettuali e grande
guerra, la famiglia in mutazione, intellettuali e
nazismo, progresso e risorse alla luce dell'Annual
Report sullo stato del pianeta.
La parola magica, un po' rimpianta e un po'
negletta: TEMA, riaffiora consolatoria nella
terza tipologia e nella quarta. Un tema difficile
e uno facile, come a dire: la virtù sta nel
mezzo, e quindi andate a pescare altrove. Quello
storico puro, sui volti e i risvolti diversi
della storia europea tra le due guerre (movimenti,
regimi, crisi, instabilità, tentazioni), non lo
fila quasi nessuno. Il quarto, in molti. E' il
TEMA di ordine GENERALE, e questo termine immenso
come il mare fa meno paura delle consegne perché
si fonda su parole correnti: bisogni, risposte,
volontariato, cooperativa, motivazioni, percorso,
esperienze. E in fondo è comprensibile: è il
tema sociale del giorno, la sussidiarietà delle
organizzazioni non governative di fronte alla
difficoltà degli Enti istituzionali ad
affrontare le emergenze. Molti giovani si sono
attivati nella raccolta di viveri per il Kosovo,
dentro e fuori la scuola. In questo sono più
esperti degli esperti ufficiali.
Molta tranquillità, tutti puntuali, commissioni
al completo. Nessuno sfora gli orari, imprevisti
pochi o quasi nessuno, isterie zero. Non sarà
stata, finalmente, inopinatamente,
involontariamente se vogliamo (per fare il verso
al finto Valentino di Striscia la notizia)
una prova generale di maturità?
|
|