LE LETTERE  
sabato 24 luglio 1999, S. Cristina  
   

COSE COSI'
Spielberg e soci: l'uomo
ha la coda di delfino...


Alessandro Dell'Aira

Chissà che ne pensa Steven Spielberg della storia dei delfini feroci. Dopo Lo Squalo e Jurassic Park potrebbe anche girarci un film, e gli verrebbe diverso dagli altri: è la prima volta che il modello schizoide del dottor Jekyll e di mister Hyde si proietta sugli animali. Quelli del museo di Virginia Beach e dell'università scozzese di Aberdeen sono convinti che i delfini non sono come ce li siamo immaginati nei millenni. Da quasi umani, anzi più buoni di noi nei miti greci e nell'immaginario della New Age, a quasi ferini, anzi feroci più degli squali tigre nella notte senza tempo dell'istinto. D'ora in poi, prima di mettere la punta delle dita in una fontana con un delfino di pasta di pietra, o nella vaschetta del nostro pesce rosso, ci penseremo due volte.
Se uno scienziato apre la bocca e contraddice l'evidenza, se un uomo morde il suo cane in giardino o dà un calcio a un cavallo di passaggio, i media fanno un po' di colore. Un invito a nozze questa storia di Flipper l'irreprensibile: si è fatto beccare con i denti nelle cotiche delle focene, che per noi del Mare Nostrum sono delle carneadi visto che incrociano nell'Atlantico settentrionale e nel Golfo di Guascogna. E qui sorge il primo dubbio al lector communis mediterraneus, il quale non sa come sono fatte le focene e dunque non gliene può importare di meno delle loro cotiche. E neppure dei delfini atlantici. Come diceva Diderot, un assassino di Parigi in riva a un fiume cinese si scorda del cadavere che ha lasciato sulla Senna. No, dicono gli scienziati, il fatto è sconvolgente, abbiamo scoperto delle focene azzannate dai delfini. Le abbiamo contate, su centocinque che ne abbiamo trovate morte quarantadue erano state azzannate, e da chi? Dai delfini. Non basta. I delfini sono esseri instabili, mariti padroni, sessodipendenti, infanticidi. Poi magari vanno a suicidarsi al Polo Nord, in preda al rimorso. Accidenti, la CIA li aveva addestrati ad aprire la strada all'uomo nei porti minati e ora non può fidarsene. Le mamme in partenza per il mare si consultano con Uno Mattina. A Gardaland e a Miami si prevede un maggiore afflusso di pubblico adulto nei delfinari. I dispensatori di merluzzi dal trampolino, che dei gladiatori non hanno nemmeno gli slip, sono in agitazione: sperano in uno scatto di livello, in un salto di mansioni e di categoria.
C'era una volta un grande poeta greco, nato ad Alessandria d'Egitto, un certo Costantino Kavafis, che gli angloamericani amano molto: per loro lui "è" il Mediterraneo, come Hemingway per noi "era" l'America. Kavafis non ha niente da spartire con Aristotele di Stagira, quello che ha garantito che i delfini sono buoni ed è stato beccato dal New York Times come se lo avesse detto ieri, in polemica con l'università di Aberdeen. Kavafis è morto a settant'anni nel 1933, aveva una grande opinione dei cavalli, bestie di nobile natura che piangevano la morte di Achille. Non ha fatto in tempo a conoscere Francis il mulo parlante e dunque non siamo certi che ne avrebbe apprezzato la dialettica. Siamo convinti però che in certi casi la filosofia e la poesia valgano più delle scienze, sicché ci fidiamo di Kavafis e per saperne di più sui delfini lo abbiamo riletto: per Aristotele c'è tempo domani. Fatica sprecata, neanche un delfino, che strano. Poi la rivelazione. Nella sua lirica più nota, Itaca, Kavafis si occupa dei feroci Lestrìgoni, dei Ciclopi e di Posidone incollerito, per giungere a una conclusione sconvolgente, più cruda della scoperta dei delfini inaffidabili. Incredibile. L'uomo non ha mai incontrato per mare né Lestrigoni né Ciclopi né Posidoni incazziti. Solo creature di entrambi i sessi, a volte violente e feroci, sirene comprese. Pare inoltre che i mostri più feroci se li porti nel cuore, e che li incontri solo se il cuore glieli mette davanti.

  Paolo Giovio. Impresa della famiglia Colonna con la Sirena bifida e il motto: Contemnit Tuta Procellas.

L'uomo ha la coda di delfino. Ma con l'istinto degli animali e con le ragioni degli uomini questo non c'entra. E' solo una digressione.