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Spielberg e soci: l'uomo
ha la coda di delfino...
Alessandro Dell'Aira
Chissà che ne pensa Steven Spielberg della
storia dei delfini feroci. Dopo Lo Squalo
e Jurassic Park potrebbe anche girarci
un film, e gli verrebbe diverso dagli altri: è
la prima volta che il modello schizoide del
dottor Jekyll e di mister Hyde si proietta sugli
animali. Quelli del museo di Virginia Beach e
dell'università scozzese di Aberdeen sono
convinti che i delfini non sono come ce li siamo
immaginati nei millenni. Da quasi umani, anzi
più buoni di noi nei miti greci e nell'immaginario
della New Age, a quasi ferini, anzi feroci più
degli squali tigre nella notte senza tempo dell'istinto.
D'ora in poi, prima di mettere la punta delle
dita in una fontana con un delfino di pasta di
pietra, o nella vaschetta del nostro pesce rosso,
ci penseremo due volte.
Se uno scienziato apre la bocca e contraddice l'evidenza,
se un uomo morde il suo cane in giardino o dà un
calcio a un cavallo di passaggio, i media fanno
un po' di colore. Un invito a nozze questa storia
di Flipper l'irreprensibile: si è fatto beccare
con i denti nelle cotiche delle focene, che per
noi del Mare Nostrum sono delle carneadi visto
che incrociano nell'Atlantico settentrionale e
nel Golfo di Guascogna. E qui sorge il primo
dubbio al lector communis mediterraneus, il quale
non sa come sono fatte le focene e dunque non
gliene può importare di meno delle loro cotiche.
E neppure dei delfini atlantici. Come diceva
Diderot, un assassino di Parigi in riva a un
fiume cinese si scorda del cadavere che ha
lasciato sulla Senna. No, dicono gli scienziati,
il fatto è sconvolgente, abbiamo scoperto delle
focene azzannate dai delfini. Le abbiamo contate,
su centocinque che ne abbiamo trovate morte
quarantadue erano state azzannate, e da chi? Dai
delfini. Non basta. I delfini sono esseri
instabili, mariti padroni, sessodipendenti,
infanticidi. Poi magari vanno a suicidarsi al
Polo Nord, in preda al rimorso. Accidenti, la CIA
li aveva addestrati ad aprire la strada all'uomo
nei porti minati e ora non può fidarsene. Le
mamme in partenza per il mare si consultano con
Uno Mattina. A Gardaland e a Miami si prevede un
maggiore afflusso di pubblico adulto nei
delfinari. I dispensatori di merluzzi dal
trampolino, che dei gladiatori non hanno nemmeno
gli slip, sono in agitazione: sperano in uno
scatto di livello, in un salto di mansioni e di
categoria.
C'era una volta un grande poeta greco, nato ad
Alessandria d'Egitto, un certo Costantino Kavafis,
che gli angloamericani amano molto: per loro lui
"è" il Mediterraneo, come Hemingway
per noi "era" l'America. Kavafis non ha
niente da spartire con Aristotele di Stagira,
quello che ha garantito che i delfini sono buoni
ed è stato beccato dal New York Times come se lo
avesse detto ieri, in polemica con l'università
di Aberdeen. Kavafis è morto a settant'anni nel
1933, aveva una grande opinione dei cavalli,
bestie di nobile natura che piangevano la morte
di Achille. Non ha fatto in tempo a conoscere
Francis il mulo parlante e dunque non siamo certi
che ne avrebbe apprezzato la dialettica. Siamo
convinti però che in certi casi la filosofia e
la poesia valgano più delle scienze, sicché ci
fidiamo di Kavafis e per saperne di più sui
delfini lo abbiamo riletto: per Aristotele c'è
tempo domani. Fatica sprecata, neanche un delfino,
che strano. Poi la rivelazione. Nella sua lirica
più nota, Itaca, Kavafis si occupa dei
feroci Lestrìgoni, dei Ciclopi e di Posidone
incollerito, per giungere a una conclusione
sconvolgente, più cruda della scoperta dei
delfini inaffidabili. Incredibile. L'uomo non ha
mai incontrato per mare né Lestrigoni né
Ciclopi né Posidoni incazziti. Solo creature di
entrambi i sessi, a volte violente e feroci,
sirene comprese. Pare inoltre che i mostri più
feroci se li porti nel cuore, e che li incontri
solo se il cuore glieli mette davanti.
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Paolo Giovio. Impresa della
famiglia Colonna con la Sirena bifida e
il motto: Contemnit Tuta Procellas. |
L'uomo ha la coda di delfino. Ma con
l'istinto degli animali e con le ragioni degli
uomini questo non c'entra. E' solo una
digressione.
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