LE LETTERE  
domenica 10 ottobre 1999, S. Daniele  
   
TRENTINO ON THE WEB
Motorissima dal vero

Probovirus

A Pamplona, la città basca degli encierros, l'otto di luglio molta gente si accalca nei bar per godersi lo spettacolo dei tori per strada nel giorno di San Firmino. Perché? Perché dalla tv del bar non si vede solo un pezzo di strada, si vede tutta la festa. Questa gente non è che abbia paura di correre davanti ai tori, è solo assetata di spettacolo e vuole tutto il programma. Ed è gente del suo tempo: sa che è roba da puri, da duri, da turisti, da nipotini di Hemingway, ostinarsi a voler vedere per forza dal vero i tori veri di Pamplona. Succede lo stesso, nel nostro mondo iperteso, estrogenato, con il calcio, il ciclismo, le processioni, i giochi senza frontiere, le Olimpiadi, Motorissima. Tra qualche anno, non di più, noi di Trento, anche se il tram si ferma sotto casa, resteremo a casa a goderci Motorissima dalla tv on demand, come se fossimo andati a Brisbane da un parente e non volessimo perdercela. Per dominarla tutta, da Ravina o da Brisbane, come gli encierros di Pamplona. Da casa nostra o da un bar di Pamplona, di Ravina o di Brisbane. Probovirus è vecchio e stanco, quest'ebbrezza non sa se la proverà. Per fortuna. Libera nos Domine dalla globalità spinta. E così, gambe in spalla e figli al seguito, ha spento i motori da cerca, il modem, il computer, ha preso il giornale e le forbici trinciapollo, ha ritagliato i tagliandi che c'erano da ritagliare, è uscito di casa, è salito sul tram ed è andato all'Interporto di Trento Nord. Lo intrigava soprattutto quel TIR tutto dipinto sulle fiancate, stile carretto siculo e cavalli rampanti. Già: l'uso di affrescare le fiancate dei mezzi di trasporto è più pimpante che mai. Basta andare alla stazione e fare caso ai treni che passano: due vagoni su tre sono affrescati. E non è più come una volta, che l'affresco si iniziava e si terminava nello stesso luogo. Oggi, per dire, l'opera inizia a Catania e termina a Torino. Aperta, a più poli, a più mani, a più stazioni. Frecce, saette, teste di morto, catene, aquile anarchiche, parenti poveri dei Simpsons, messaggi Comic corpo 24 stile diario dell'obbligo, spezzoni seriali di un ipertesto iperrealista, un tale piacere a vederli sfilare che non si prova invidia per chi ci viaggia dentro in carne e ossa. Vagoni seriali, nipotini dei treni del sole-verità, come la realtà che è tutta un incastro di videogiochi, di verità seriali. E tu dici: ma come è reale quest'ospedale, somiglia a Dottori in allegria, com'è reale questo supermercato, ma che brave Commesse, come seduce questa nave, sembra Love Boat. E allora usciamo dal sito (
http://www.progema.it/), usciamo dal web, usciamo da casa, apriamo l'ombrello antisatellitare, prendiamo il tram e andiamo a Motorissima, con gli Stuntman veri che sembrano finti, i Simulator di Trafic Simulator, le piste vere stile piste virtuali, il TIR più bello del mondo, un poema epico, quello di Cornelio Perini di Riva, che dà la polvere ai Segagiganti della strada.

Il camion di Cornelio Perini
 

Scendiamo dal tram all'Interporto e modifichiamo le impostazioni dal pannello di controllo della Nikon digitale. Ci giochiamo un tagliando di carta vera e speriamo di fare un giro in pista. Ma con il TIR, non si può. Quanti ce ne vogliono, di tagliandi, per salire su questo TIR? E se dopo che sali ti senti male, Escape, si può? No? Ma sì, basta scendere. Chi credi di essere, un navigatore? Se sei venuto all'Interporto non è per navigare. È per vivere mezza giornata tra le auto dell'epoca di tuo nonno che somigliano a quelle di Topolino, accanto a quelle dell'epoca di tuo figlio che sembrano i bestioni lucenti di Jurassic Park. E pensi: oggi niente videogiochi, ho portato i bambini all'Interporto, è meglio del circo di Buffalo Bill. Ho fatto bene, forse tra poco non potremo più: le mostre di auto a tre piste saranno vietate, e avrà vinto la pubblicità progresso della Società protettrice dei veicoli a motore.











































Il magico camion
(work in progress)

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