TRENTINO ON THE WEB
Motorissima dal vero
Probovirus
A Pamplona, la città basca degli encierros,
l'otto di luglio molta gente si accalca nei bar
per godersi lo spettacolo dei tori per strada nel
giorno di San Firmino. Perché? Perché dalla tv
del bar non si vede solo un pezzo di strada, si
vede tutta la festa. Questa gente non è
che abbia paura di correre davanti ai tori, è
solo assetata di spettacolo e vuole tutto
il programma. Ed è gente del suo tempo: sa che
è roba da puri, da duri, da turisti, da nipotini
di Hemingway, ostinarsi a voler vedere per forza
dal vero i tori veri di Pamplona. Succede lo
stesso, nel nostro mondo iperteso, estrogenato,
con il calcio, il ciclismo, le processioni, i
giochi senza frontiere, le Olimpiadi, Motorissima.
Tra qualche anno, non di più, noi di Trento,
anche se il tram si ferma sotto casa, resteremo a
casa a goderci Motorissima dalla tv on demand,
come se fossimo andati a Brisbane da un parente e
non volessimo perdercela. Per dominarla tutta, da
Ravina o da Brisbane, come gli encierros
di Pamplona. Da casa nostra o da un bar di
Pamplona, di Ravina o di Brisbane. Probovirus è
vecchio e stanco, quest'ebbrezza non sa se la
proverà. Per fortuna. Libera nos Domine dalla
globalità spinta. E così, gambe in spalla e
figli al seguito, ha spento i motori da cerca, il
modem, il computer, ha preso il giornale e le
forbici trinciapollo, ha ritagliato i tagliandi
che c'erano da ritagliare, è uscito di casa, è
salito sul tram ed è andato all'Interporto di
Trento Nord. Lo intrigava soprattutto quel TIR
tutto dipinto sulle fiancate, stile carretto
siculo e cavalli rampanti. Già: l'uso di
affrescare le fiancate dei mezzi di trasporto è
più pimpante che mai. Basta andare alla stazione
e fare caso ai treni che passano: due vagoni su
tre sono affrescati. E non è più come una volta,
che l'affresco si iniziava e si terminava nello
stesso luogo. Oggi, per dire, l'opera inizia a
Catania e termina a Torino. Aperta, a più poli,
a più mani, a più stazioni. Frecce, saette,
teste di morto, catene, aquile anarchiche,
parenti poveri dei Simpsons, messaggi Comic corpo
24 stile diario dell'obbligo, spezzoni seriali di
un ipertesto iperrealista, un tale piacere a
vederli sfilare che non si prova invidia per chi
ci viaggia dentro in carne e ossa. Vagoni seriali,
nipotini dei treni del sole-verità, come la
realtà che è tutta un incastro di videogiochi,
di verità seriali. E tu dici: ma come è reale
quest'ospedale, somiglia a Dottori in
allegria, com'è reale questo supermercato,
ma che brave Commesse, come seduce
questa nave, sembra Love Boat. E allora
usciamo dal sito (http://www.progema.it/), usciamo
dal web, usciamo da casa, apriamo l'ombrello
antisatellitare, prendiamo il tram e andiamo a
Motorissima, con gli Stuntman veri che sembrano
finti, i Simulator di Trafic Simulator, le piste
vere stile piste virtuali, il TIR più bello del
mondo, un poema epico, quello di Cornelio Perini
di Riva, che dà la polvere ai Segagiganti della
strada.
|
Il camion di
Cornelio Perini |
|
|
Scendiamo dal tram all'Interporto e
modifichiamo le impostazioni dal pannello di
controllo della Nikon digitale. Ci giochiamo un
tagliando di carta vera e speriamo di fare un
giro in pista. Ma con il TIR, non si può. Quanti
ce ne vogliono, di tagliandi, per salire su
questo TIR? E se dopo che sali ti senti male,
Escape, si può? No? Ma sì, basta scendere. Chi
credi di essere, un navigatore? Se sei venuto all'Interporto
non è per navigare. È per vivere mezza giornata
tra le auto dell'epoca di tuo nonno che
somigliano a quelle di Topolino, accanto a quelle
dell'epoca di tuo figlio che sembrano i bestioni
lucenti di Jurassic Park. E pensi: oggi niente
videogiochi, ho portato i bambini all'Interporto,
è meglio del circo di Buffalo Bill. Ho fatto
bene, forse tra poco non potremo più: le mostre
di auto a tre piste saranno vietate, e avrà
vinto la pubblicità progresso della Società
protettrice dei veicoli a motore.
|
Il magico
camion
(work in progress)
|