LE LETTERE  
sabato 23 ottobre 1999, S. Giovanni da Capestrano  
   
TRENTINO ON THE WEB
Quelle informiche, nel loro piccolo...

Probovirus

Fabio Vettori è in rete da tempo (www.anthesi.com/Vettori/default.htm). Il suo index, classico, della Anthesi, risale all'agosto del 1996. Le altre pagine sono più aggiornate e tutte indicizzate, come la prima. Gli animaletti d'inchiostro di china si sono evoluti in formiche informatiche, le informiche.
Il nome è nostro, e ci teniamo a dirlo non per il copyright, ma per assumerci ogni responsabilità civile, penale e digitale. Saremmo anche disposti a scommettere che alcune delle informiche di Fabio Vettori presto si muoveranno, come le caricature eccellenti del sito di Forattini (
www.forattini.it).
Pure allo stato statico, tuttavia, le informiche si agitano. Il loro motto è l'attivismo, la cooperazione, la sfida moderata all'impossibile. In primavera il loro papà le ha portate a Stoccarda, a una fiera regionalista europea, e lo stand del Trentino ha spopolato. Già allora Fabio era contento delle sue legioni. Ora ha deciso di sottoporle al marchio di qualità ISO 9002. Le vuole doc, come i tapiri similoro, i leonidoro, i telegatti, i lupialberti. Le vuole allevare in rete, vivaci, docili, fedeli, antenne Telpat, niente acido formico ma neanche informiche dolciastre, e meno che mai piagnone. Le mitiche informitiche trentine.
Anche le informiche però nel loro piccolo piangono, si scaldano e a volte di peggio. Come tutti noi. Prova ne sia (ma non è certo) che il buon Fabio da qualche tempo si aggira all'imbrunire tra i massi e i menhir della ruina dantesca che nel fianco di qua da Trento l'Adige percosse. Si dirà: è il posto sbagliato, non è dimensionato, là tira aria di gigantismo nella natura e nell'arte, non ci sono alberi e anche se fosse le informiche trentine hanno un aplomb perfetto e non possono inalberarsi. A dispetto delle radici. Comunque sia, chiunque abbia ragione, che le formiche siano metafore apocalittiche e le informiche imenotteri integrati, papà Fabio le capirebbe al volo. In questo sito che per adesso è solo una vetrina, e tra poco sarà un negozio virtuale, sulla porta c'è il titolare bianco e nero default che fa gli onori di casa. Di tre quarti, bonario e paternalista, aria e colletto aperto stile Dick Bogarde della serie "Doctor in the House". Compatibile con gli oggetti del sito, così vuole il galateo, la netiquette, e in qualche modo anche l'ipersintassi del web.



   



Ha pure lasciato una dedica agli ospiti, voilà, di traverso. In alto, nel frame di sinistra, c'è un'informica stizzosa che tiene sulla spalla una stilo gocciolante, minacciosa quanto un bazooka virtuale, nel suo piccolo, e sottobraccio ha i rotoli da geometra. Settantotto file, diciotto cartelle, in totale mezzo mega. Un sito spartano, come il titolare. Agende, biglietti d'auguri, calendari, carta da lettera, cartoline puzzle e tutte d'un pezzo, minibiglietti, poster, T-Shirt. L'unico oggetto a colori è il poster "Mountain bike", stesse tinte pastello della targa dello studio Vettori a pianoterra in Salita Manci, a due passi da casa ma più infrattato sul Fersina in direzione di Mesiano.
E' ovale (la targa, non lo studio), tipo quelle d'ottone ma di ceramica color panna, con al centro un formicone out, semplice, disinformato, pacioccone, che se ne sta seduto sotto le stelle su una sedia impagliata, a disegnare se stesso mentre marcia con piglio militare, in apparenza diretto a Oltrecastello ma verso dove di preciso non si sa, forse a Insectopìa, invaghito della principessa Bala, generoso e un po' sballato come Z la formica (Antz) di Jeffrey Katzenberg. Nel suo piccolo.



 













































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