È un emblema fiero e regale. Alcuni lo interpretano come una versione moderna di Saturno o di Ercole, altri vi leggono il riflesso di una polemica della fine del Cinquecento sulla costruzione del nuovo Molo e la bonifica delle acque correnti. Comunque vada inteso, il Genio ricorre più volte nel contesto della città. Questo, in particolare, fu tolto di mezzo dai Borboni perché la fontana era un punto d'incontro di sovversivi. A riportarlo al suo posto fu Garibaldi nel 1860. |
||||||
GENIU FA BIDDIZZA Nel 1624 Van Dyck curò l'immagine della
romita Rosalia |
|
Un tempo il Genio del Molo e quello di piazza Rivoluzione si guardavano negli occhi. Il primo è ancora incastonato nel Cippo di Mariano Smiriglio; il secondo, poco lontano, stava al centro di una fontana oggi scomparsa. Più tardi il vecchio Palermo adottò anche l'aquila municipale, come nella fontana del Marabitti a Villa Giulia e nel mosaico del portico della Cappella Palatina, dei primi dell'Ottocento. CHI È?
|