IL GENIO DI PALERMO

È un emblema fiero e regale. Alcuni lo interpretano come una versione moderna di Saturno o di Ercole, altri vi leggono il riflesso di una polemica della fine del Cinquecento sulla costruzione del nuovo Molo e la bonifica delle acque correnti. Comunque vada inteso, il Genio ricorre più volte nel contesto della città. Questo, in particolare, fu tolto di mezzo dai Borboni perché la fontana era un punto d'incontro di sovversivi. A riportarlo al suo posto fu Garibaldi nel 1860.

   
 
 
 
 
 

GENIU FA BIDDIZZA

Nel 1624 Van Dyck curò l'immagine della romita Rosalia
per conto dei gesuiti di Casa Professa. Se le sue «Tre età dell'Uomo» sono davvero «Le nozze mistiche di Rosalia
con il Genio di Palermo», si tratta del più antico
ritratto ricordo delle nozze tra il Genio e la patrona.
Questo famoso «Festino» si celebra dal 1625,
anno al quale abbiamo datato il quadro
di Antoon Van Dyck.

Un'istantanea pasoliniana di Letizia Battaglia
rende la stessa idea in altra forma. Anch'esso
è il ritratto ricordo di una passione, mistica al punto
che non è più il caso di chiedersi se l'oggetto d'amore
sia una romita di stirpe normanna o un vago fantasma
radicato nella devozione dei palermitani da quasi quattro secoli. L'amore, insomma, è bello in quanto incontro. Basta che sia passione geniale, il resto non conta. Geniu fa biddizza.

 
 
 
 
 
 
 
I GENI NON SONO TUTTI UGUALI
 
   
 

Un tempo il Genio del Molo e quello di piazza Rivoluzione si guardavano negli occhi. Il primo è ancora incastonato nel Cippo di Mariano Smiriglio; il secondo, poco lontano, stava al centro di una fontana oggi scomparsa. Più tardi il vecchio Palermo adottò anche l'aquila municipale, come nella fontana del Marabitti a Villa Giulia e nel mosaico del portico della Cappella Palatina, dei primi dell'Ottocento.
 
 
 
 

CHI È?





Il «Genio» del Molo ci ricorda una storia antica. A guardarlo bene...
Forse il mistero è finito, e un po' ci dispiace: la soluzione,
anticipata sull'
«Annuario 1999» dell'ITG «Pozzo» di Trento,
è su
«il Mediterraneo» del 24 giugno 1999
e su
«Kalós» di maggio-giugno 1999. E ora
anche sul numero zero di
arsenale .