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 CULTURA
 
   


Padre Andrè Callegari e Arlindo Loss



Belo Horizonte



Il Morro do Papagaio, una delle più grandi favelas di Belo Horizonte.
   

Noi, a fianco dei poveri del Brasile
Trentini in trincea: Arlindo Loss, avvocato del lavoro e André Callegari, pavoniano
La storia. A Belo Horizonte l'impegno per recuperare le radici e per educare



di Alessandro Dell'Aira


UN UOMO SENZA PASSATO è più povero di un uomo senza futuro. Arlindo Loss, figlio di figli di Canal San Bovo emigrati in Brasile, apre con questa frase di Elie Wiesel la sua corposa "Guida degli italiani e dei loro discendenti del Minas Gerais", scritta a sei mani con il fratello Everaldo, ingegnere nello stato di Rio de Janeiro, e con un altro trentino d'origine residente a Belo Horizonte, il giudice di pace Luiz Carlos Biasutti. Come Gavino Ledda, il pastore sardo sessantottino autore di "Padre padrone", all'età di vent'anni Arlindo era pressoché analfabeta.

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Ora è avvocato specialista in diritto del lavoro, commerciale e tributario. Centoventi anni fa i suoi bisnonni contadini si imbarcarono a Genova con altri Loss su uno di quei bastimenti messi in crisi dal primo colpo di mare, dormitori collettivi da cui le zitelle sbarcavano in America promesse spose. Arlindo invece "ancora" non si è sposato. Si è trasferito qui dallo stato di Espírito Santo quando era ragazzo. Ha l'Italia in testa e Canal San Bovo nel cuore. Spera di venire presto in Trentino a provare e sentire i sapori, i suoni, gli odori, i colori della terra dei sogni. Curioso come un bambino, è guardingo ma non reticente nel parlare e questa forte differenza di potenziale tra il pensato e il detto ne fa un uomo trasparente, che non imbroglia il filo dei ragionamenti. Molte pagine della sua Guida sono ispirate al "Vincere o morire" di Renzo Maria Grosselli, l'opera che ricostruisce l'esodo nel Nuovo Mondo di famiglie trentine, venete e lombarde.

Nel gennaio del 1895 la Voce Cattolica di Trento registrava la presenza nel Minas Gerais di 93 minatori di origine trentina occupati nelle miniere di Mariana. Il primo gruppo era giunto quindici anni prima per lavorare alla costruzione della linea ferroviaria Bahia-Minas e ricevere in cambio lotti di terra coltivabile lungo il percorso. Oggi la comunità trentina di Belo Horizonte non è numerosa e non ha grandi risorse ma i suoi componenti sono molto legati. Così ci dice la presidente, Miriam Dolores Moser Bonini, affabile e molto ospitale. Arlindo Loss, primo segretario del circolo, e padre Andrea Callegari da Lisignago, direttore del Centro pavoniano di Belo Horizonte, le danno un prezioso sostegno nella gestione e nell'organizzazione delle attività. Fondato nell'ottobre del 1996, il circolo dei trentini di Belo Horizonte è uno dei dodici gruppi italiani locali, riuniti da un anno nell'Associazione culturale italo-brasiliana del Minas Gerais (Acibra), il cui scopo è di aggregare italiani e italo-brasiliani, salvando la specificità di ciascun circolo.

La città di Belo Horizonte ha poco più di un secolo di vita e due milioni e mezzo di abitanti. Non è smisurata ma ha le sue favelas. Da otto anni padre "André" Callegari si occupa a tempo pieno della più vistosa, che dal Morro do Papagaio (Collina del Pappagallo) incombe sulla sede del centro sociale e di assistenza "Padre Agnaldo", struttura di punta di un polo educativo gestito dai pavoniani. Nel 1999 il religioso trentino ha elaborato le premesse di un'iniziativa ambiziosa di formazione professionale e nello stesso tempo "globale", un progetto ispirato all'etica del buon cittadino che coinvolge alcune migliaia di studenti di quattro scuole e ha l'appoggio unanime - assolutamente atipico - del municipio di Belo Horizonte, della sua prefettura e del ministero brasiliano dell'istruzione. La proposta di padre André prevede la realizzazione di attività orientate alla protezione, alla socializzazione e allo sviluppo integrale di bambini e adolescenti, in collaborazione con le rispettive famiglie.

La comunità del Morro do Papagaio è quella che richiede più sostegno e nello stesso tempo strategie a breve termine che consentano l'immissione nel mercato del lavoro di giovani con un buon grado di autonomia e di coscienza critica. Padre André offre tra l'altro corsi di formazione a distanza su internet, ma soprattutto l'uso ingegnoso delle nuove tecnologie con una soluzione fortemente innovativa: la diffusione dei dati digitali attraverso i cavi elettrici di bassa tensione che distribuiscono l'energia elettrica. Parlando di questo risvolto del progetto, padre André si illumina e ammicca con il suo volto da clown. Ma la sua idea è una cosa seria. Tanto seria che questo sistema, detto PLC (Powerline Communication) attualmente sperimentato su larga scala nel Canton Ticino, muove i primi passi in provincia di Bolzano con Alpikom e in provincia di Trento con la Trentino Servizi. Il vantaggio sostanziale è di consentire connessioni illimitate nel tempo e soprattutto di sfruttare un cablaggio capillare di cui tutte le case del mondo sono dotate. Anche quelle dei poveri, anche nella favela di Belo Horizonte, su cui si arrampicano i tralicci dell'alta tensione coi loro cavi neri che trattengono gli aquiloni di carta colorata sfuggiti di mano ai bambini del Morro do Papagaio.




 
 
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