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Quanto ci costano
i media e la rete

Cosa vive e cosa muore nell'uomo tecnologico

testo di Alessandro Dell'Aira

grafici di Denise A. Lacerda de Macedo



L'informatica e la telematica hanno invaso il pubblico, il privato e tutti i mondi possibili. Da dieci anni stanno alterando i ritmi, le forme e i temi della comunicazione, con crescita tumultuosa rispetto all'evoluzione degli schemi culturali. Per quanti effetti positivi il crollo dei muri possa avere avuto sulla circolazione di persone, di merci e di idee, si tratta di un evento secondario rispetto alla fine dell'isolamento ideologico e al contemporaneo aggravarsi delle povertà. Ciò ha inquinato l'integrità delle culture locali e ha modificato la coscienza globale della condizione umana. Non è questione di vantaggi o svantaggi, la tecnologia è neutrale. Se in Italia nel 1968 gli operai industriali erano 12 milioni e mezzo e nel 1993 meno della metà, la svolta è epocale. Non si discute qui se il lavoro sia una dannazione e il non lavoro un privilegio riservato a pochi, o viceversa. Il tema è un altro: la tecnologia è uno strumento di liberazione o di schiavitù? Muoversi da padroni fra i media e la rete è una conquista dei liberati o una frenesia dei nuovi schiavi? Il creativismo è una facoltà dell'intelligenza diffusa, un'erba che cresce solo nei paesi tecnologicamente avanzati o anche altrove? La marginalità, come stile di vita e di ricerca, è uno stimolo o un limite per la creatività?

 

Distribuzione delle risorse nei paesi ad economia avanzata


Sapere specifico

Capacità di comunicazione verbale

Nozioni di tecnologia della comunicazione

a risorse finanziarie - b risorse umane. Nei due grafici la linea di demarcazione non indica un valore ma una tendenza.

Lo scenario della sperimentazione è mutato: si usano sempre di più le icone. Oggi chi può fa simulazione anche quando non c'è rischio o spesa aggiunta nell'operare con le forze, gli oggetti, gli ambienti reali: un pezzo di legno (anche i parenti non lontani di Geppetto), un tratto di mare (anche i veri naviganti), una raffica di vento (vuoi mettere in galleria...). L'ISO 9002 non prevede la manipolazione sistematica dell'oggetto ma il controllo di qualità digitalizzato. Il contatto ripetuto tra la mano del produttore e il prodotto finito sembra implicare un danno insostenibile. L'irresistibile declino delle abilità primarie non è ritenuto un rischio grave per le operazioni aritmetiche, la produzione di burattini, gli interventi di media chirurgia. La vera tragedia, comunque, non è la virtualità spinta ma il pianto sulla morte presunta della spontaneità e della libertà personale. Chi porta il lutto per questo e condanna la logica dell'ottimizzazione delle risorse umane, comunicative e tecnologiche, dimentica che la povertà non è solo materiale. È povertà anche disporre di un Pentium II a casa, a scuola, in ufficio o nello studio, usarlo al trenta per cento della potenza e aspirare al Pentium III. In azienda questo normalmente non avviene.


Distribuzione delle risorse nei paesi del terzo mondo


Sapere specifico

Capacità di comunicazione verbale

Nozioni di tecnologia della comunicazione

 

La distribuzione bilanciata, tipica delle economie "marginali", garantisce maggiore produttività individuale e di sistema.

Ultima riflessione: non sarà il caso, nei cosiddetti paesi sviluppati, di investire un po' di più in risorse umane e comunicative verbali (la conoscenza delle lingue) anziché in risorse tecnologiche? I media e la rete ci costano globalmente in relazione alla nostra capacità di ammortizzare i costi d'uso e di connessione, umani e finanziari. Questo calcolo si può fare solo se siamo disposti a percepire noi stessi come risorsa. La nostra operatività di impiegati e operai qualificati, di vecchi e nuovi professionisti, di ricercatori produttivi, di telelavoratori realizzati, di studenti impazienti, di non occupati pro tempore, di pensionati irriducibili, dipende dalla capacità personale di valutazione dei rischi d'uso (ideali e materiali) dei media e della rete. L'uso indiscriminato della tecnologia comporta lo spreco di risorse umane, e inoltre pregiudica il potere di decisione e la libertà. L'informazione non è potere quando non è selezione e organizzazione, e dunque dominio critico delle conoscenze.