ANNIVERSARI. Pedrotti, Cagol, Grosselli: così il
bombardamento vive ancora
TRENTO
'43, morte
dal cielo
Tanti fotografi trentini scoprono il
dolore. E di testimoniare la storia.
di Alessandro
Dell'Aira |
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Giuseppe
Grosselli (a destra)
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Bombe
alle porte di Trento |
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Oggi,
il 2 settembre 1943, Trento veniva
sconvolta da un terribile bombardamento.
La guerra, fino ad allora lontana, faceva
conoscere il suo vero volto. Vi furono
morti e feriti soprattutto nei quartieri
più intensamente abitati. A documentare
il disastro e i lutti, c'erano, anche
allora, i fotografi.
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NEL CORSO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE le forze
aeree alleate fecero un'ottantina di incursioni
sulla città di Trento, dal 2 settembre 1943 al 3
maggio 1945. I bombardamenti massicci furono due.
Il primo, sconvolgente anche sotto l'aspetto
psicologico, si verificò verso mezzogiorno del 2
settembre 1943, quando 91 fortezze volanti della
«Mediterranean Allied Air Forces» sganciarono
sulla città 218 tonnellate di bombe, con più di
200 vittime e danni enormi alle strutture e agli
edifici tra Piedicastello e via Belenzani.
Il secondo bombardamento intensivo ebbe luogo
intorno all'una del pomeriggio del 13 maggio
1944, quando sei ondate di aerei americani si
accanirono sull'abitato per circa venti minuti.
Nel catalogo della mostra «Le ali maligne, le
meridiane di morte», organizzata tempo fa a
Palazzo Geremia e curata dal Museo Storico in
Trento, Floriano Menapace ha pubblicato una
scheda sulla documentazione fotografica del
periodo, fornendo dati sui fotografi presenti in
città negli ultimi due anni di guerra.
Coloro che, a quanto risulta, fotografarono le
macerie di Trento furono Silvio Pedrotti, uno dei
quattro popolarissimi fratelli trentini, e Giulio
Cagol, nato nel 1928 e attivo dal 1942,
giovanissimo apprendista e allievo di Silvio.
Oltre a loro ci fu forse un valido dilettante
come don Giulio Tommasini, professore al Collegio
Arcivescovile. Menapace cita Vito Girardi ed
Enrico Untervegher, osservando che altri noti
fotografi, come Rodolfo Rensi e Mario
Untervegher, figlio di Enrico, erano fuori
città, richiamati alle armi o volontari.
Ma tra i professionisti presenti in città e
attivi in quegli anni, tra cui Mario Pedrotti e
Mario Albertini, c'era anche Giuseppe Grosselli,
classe 1901, scomparso nel 1980, di cui non c'è
traccia nel catalogo della mostra del 1995.
Giuseppe Grosselli era titolare di uno studio
fotografico in via Suffragio 10. Aveva una casa
alla Vela, con un bel pezzo di campagna dove
c'era di tutto; dall'uva spina alle prugne alle
ciliege. Cacciatore e pescatore, appassionato di
montagna e di motociclette, durante i due
bombardamenti era certamente presente in città.
Il suo studio rimase aperto fino al 1960 e fu
rilevato da Giulio Cagol, che lo gestì per molti
anni fino alla morte, sopraggiunta nel 1990. Può
essersi verificato che nel passaggio di mano
dell'esercizio commerciale, Grosselli abbia
ceduto a Cagol i propri negativi dei
bombardamenti, trattenendo le stampe. Avanziamo
questa ipotesi perché esiste un album di 20
fogli, che gli eredi Grosselli conservano
gelosamente, con 331 provini 24x36, leggermente
ingranditi rispetto alla pellicola e variamente
distribuiti nell'album (da un minimo di 6 a un
massimo di 20 provini per foglio, mentre il
foglio 14 è vuoto), più una stampa sciolta
formato 18x24, con il relitto del ponte di San
Lorenzo visto dal Doss Trent.
I provini riguardano i due bombardamenti
principali, per lo più quello del 2 settembre
1943, come risulta da appunti sui fogli.
Da una verifica fatta presso l'Archivio
fotografico del Servizio Beni Culturali della
Provincia Autonoma di Trento, con la cortese
consulenza di Floriano Menapace, abbiamo
accertato che buona parte delle immagini figurano
tra quelle del Fondo Cagol, acquisito dalla
Provincia, negativi compresi. La nota
archivistica di Patrizia Marchesini nel catalogo
della mostra del 1995, sui fondi fotografici
relativi ai bombardamenti, dà notizia di 975
immagini del Fondo Cagol, di una raccolta di
negativi del ricchissimo Fondo Pedrotti e di
altre raccolte minori.
Da un confronto sommario tra l'album Grosselli e
gli album Pedrotti e del Fondo Cagol, di
proprietà della Provincia, abbiamo notato che
nel primo ricorrono prevalentemente scorci
architettonici e ambientali, mentre nei secondi
compaiono molte foto di gruppo.
La pellicola dei provini Grosselli sembra del
tipo usato da Silvio Pedrotti, con i fori di
trascinamento rettangolari e i lati corti
leggermente arrotondati.
Abbiamo anche rilevato che alcuni fotogrammi dei
quartieri bombardati, come nel caso del campanile
di San Martino, figurano solo nell'album
Grosselli.
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