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CULTURA |
La ricerca.
Il ritratto del prelato edito dal Mulino
Hinderbach, l'umanista noto
come persecutore di ebrei
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Hinderbach con il suo cappellano
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Lastra tombale di Hinderbach
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di Alessandro
Dell'Aira
DANIELA RANDO,
docente di storia medievale nell'università di
Trento, ha creato un'opera d'arte con la
biografia-scultura di Johannes Hinderbach,
"Dai margini la memoria".
La sua monografia scientifica, plasmata
attingendo a una caterva di appunti apposti sui
margini di decine di antichi volumi manoscritti e
a stampa, è stata presentata sabato scorso nel
Refettorio clesiano del Castello del
Buonconsiglio. Edita dal Mulino per conto
dell'Istituto storico italo-germanico di Trento,
è avvincente più di un romanzo, come possono
essere le vite dei personaggi storici blasonati,
uno fra tutti Marco Antonio Colonna raccontato da
Nicoletta Bazzano attraverso le quindicimila
lettere dell'epistolario. Nelle tavole fuori
testo Hinderbach compare con le sue fattezze, da
punti di vista diversi in una sequenza
iconografica che richiama un saggio di Adriano
Prosperi sulla figura del vescovo: prima
inginocchiato accanto al suo cappellano nella
tavola votiva di proprietà del Museo diocesano
di Trento, poi fatto pietra sulla lastra del
sarcofago oggi custodita nello stesso Museo. Il
realismo delle immagini non supera il realismo
del ritratto mentale che il lettore va
costruendosi pagina dopo pagina esplorando la
vicenda di un uomo passato alla storia come il
persecutore degli ebrei accusati dell'uccisione
di Simonino nel 1475. La sua personalità di
intellettuale e diplomatico, bibliofilo e
mecenate, parzialmente delineata da altri, è ora
emersa in pieno grazie a questa ricerca condotta
su materiali inusuali quanto fertili: note e
chiose di vita vissuta, reazioni marginali e
immediate della coscienza. L'uomo annotava di
tutto dappertutto: sui calendari liturgici, sui
passionali, sui martirologi, sulle cronache,
accreditandosi giorno dopo giorno come elargitore
di indulgenze durature, scopritore di sacre
reliquie, promotore di nuovi culti.
La presentazione del libro, cui ha preso parte il
vescovo di Trento Luigi Bressan, è stata
introdotta da Giorgio Cracco, direttore
dell'Istituto storico italo-germanico, e animata
da monsignor Iginio Rogger, studioso emerito di
storia religiosa trentina, dal preside uscente
della facoltà di giurisprudenza Diego Quaglioni,
impegnato nella pubblicazione degli Atti del
processo inquisitorio contro gli ebrei di Trento,
e da Peter Dinzelbacher, docente all'università
di Vienna. L'intervento conclusivo dell'autrice
ha evidenziato il taglio della ricerca, ispirata
al metodo indiziario di Carlo Ginsburg, sempre
pronto alla sfida e nello stesso tempo distante
dall'oggetto della ricerca. "Dai margini la
memoria" non è un catalogo erudito ma la
storia di un'anima, ha commentato Iginio Rogger,
sono briciole e frammenti di vita interpretati
con coerenza.
Che tipo di vescovo fu Johannes Hinderbach?
Secondo Dinzelbacher si può arrivare a
comprenderlo con il metodo psicanalitico, non
mancando elementi per la ricostruzione della sua
personalità in questa chiave, per esempio
attraverso l'interesse spiccato per le reliquie
cercate e accumulate come amuleti. Secondo
Quaglioni il vescovo di Trento, originario
dell'Assia, fu il rappresentante di un mondo
vivacissimo fatto di dispute accanite, di
umanesimo tedesco organizzatosi nell'ambiente
padovano in dialettico confronto con la scuola
bolognese. La sua posizione, pur guardando già
al Cinquecento, fu "feudale" e
rigorista, favorevole più alla posizione
imperiale che a quella papale. La lettura di
Daniela Rando ha invece messo in evidenza gli
aspetti complessi della mentalità di Johannes,
tra cui la misoginia (le donne maturano
sessualmente prima dell'uomo come "erbe
cattive, giacché è un dato di fatto che le male
erbe crescono più rapidamente delle
buone"), o l'avversione nei confronti dei
turchi, peste e flagello apocalittico del popolo
cristiano, o l'ossessione del diavolo come
maestro degli ebrei, o il tentativo
personalissimo di organizzare in autobiografia
latente il proprio pensiero, il proprio vissuto,
la stessa autocoscienza della propria gloriosa
ascesa: da goliardo padovano a consigliere
imperiale a vescovo di Trento. Quest'ultimo
aspetto emerge con chiarezza nel dettagliato
necrologio scritto da Hinderbach a futura memoria
di se stesso. Sicché la vicenda del Simonino e
del processo di Trento non sarebbe da
interpretare come una macchinazione persecutoria
finalizzata al consolidamento del potere
vescovile, bensì come l'episodio rilevante di un
contesto dominato dall'ostinata e ostentata
ricerca della purezza e della santità.
Daniela
Rando "Dai margini la memoria. Johannes
Hinderbach (1418-1486)". Il Mulino, 2003.
576 pagg, 33 euro.
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