VENERDÌ, 30 GENNAIO 2004
 

Dal Kosovo all'Africa
Il Forum si racconta


Pagina 53 - Cultura e Spettacoli



L’associazione trentina che promuove la pace
spiega in un libro la sua attività
 
 
 
     
 
 
 


di Alessandro Dell’Aira

Con il moltiplicarsi dei conflitti, del terrorismo e delle guerre, sono fioriti nel mondo i movimenti di opinione e i gruppi di riflessione sulla pace.
 Nello spirito e nella lettera delle carte costituzionali di quasi tutti i paesi presenti e futuri dell’Unione Europea, e nella Costituzione italiana in forma più esplicita, il ripudio della guerra è un principio che va difeso, riempito di senso civile e proiettato nell’operatività. Prima della mobilitazione globale si riferiva alle riunioni pubbliche su questioni attuali di interesse comune, oggi designa in prevalenza i movimenti o le fondazioni internazionali che agiscono per affermare i diritti fondamentali dell’umanità. Generalmente si tratta di enti non istituzionali. Il Forum Trentino per la Pace si distingue perché ha legittimazione e responsabilità conferite dalla Legge provinciale n. 11 del 10 giugno 1991, sulla promozione e la diffusione della cultura della pace. Il suo statuto prevede un Consiglio e un’Assemblea, organismi che nell’ultima legislatura si sono insediati nel giugno del 1999, mentre infuriava la guerra nel Kosovo, e hanno chiuso i lavori nell’ottobre del 2003. Progetti, programmi e traguardi sono riassunti in un libretto-diario di una novantina di pagine edito dalla Provincia Autonoma, coordinato dal presidente del Forum Vincenzo Passerini e con le foto dello studio Bernardinatti. I testi e le immagini illustrano volti e momenti di quasi cinque anni di risultati, come le lauree conseguite da Anna Ballardini, Claudio Deola e Thomas Tamanini, protagonisti di ricerche-azione in terra d’Africa grazie alle borse di studio erogate dal Forum nel 2001 e nel 2002. Da ricordare anche gli incontri del 2001 con Svetlana Broz, nipote di Tito e impegnata nel volontariato a favore di tutti i gruppi etnici dell’ex Jugoslavia, e le conversazioni del 2002 con Elisa Springer, che porta sulla pelle il marchio e gli orrori di Auschwitz. Le iniziative richiamate nella relazione di Passerini spaziano dalla formazione civile al supporto fornito alle associazioni territoriali, alla presenza nel dibattito sulla pace anche nelle scuole, ai temi connessi con l’immigrazione, al sostegno al dialogo e alla solidarietà internazionali. Si tratta di obiettivi statutari previsti dalla legge provinciale, i cui finanziamenti più volte ridotti ammontano a 51 mila euro l’anno. Il budget 2004, fissato nel dicembre scorso in occasione dell’approvazione del bilancio provinciale, è rimasto invariato salvo integrazioni di assestamento. Come è noto, sulla proposta di aumento da 51 a 76 mila euro c’è stata bufera in Sala Depero, per questioni legate non solo al rispetto dei patti di stabilità e contenimento della spesa pubblica. Al di là degli schieramenti e delle dichiarazioni di voto, va detto che la natura e l’identità del Forum trentino per la Pace non possono soggiacere alle sbandierate questioni di principio, alle logiche contabili e alle procedure amministrative, le quali del resto non sembrano avere messo in crisi altre maggiori spese ritenute urgenti e irrinunciabili.