di Alessandro
DellAira
SPQR, Senatus Populusque Romanus. Abbiamo
sempre saputo o creduto di sapere che Roma antica
era la patria della governance e del diritto. La
sigla campeggia ancora sui tombini della Città
moderna, ma induce alla dissacrazione. Sapendo o
non sapendo di scherzare, molti vi leggono, come
Obelix: Sono Pazzi Questi Romani.
Fuori di testa chissà, ma opportunisti sì, e
pronti a elaborare il sapere altrui dopo averlo
appreso e messo da parte. Questi Romani hanno
messo mano a tutto, hanno trappolato con tutto ma
senza capo né coda, diritto compreso. Così
sostiene Pier Giuseppe Monateri, docente di
sistemi giuridici comparati, quando mette in
crisi ciò che sempre si è pensato e scritto del
diritto romano, e cioè che sia la spina dorsale
dellOccidente, il più sviluppato e
sofisticato sistema giuridico del mondo antico,
buono per tutti i tempi e tutti i luoghi, il
sistema doc che si rinnova in tutte le salse, di
continuo. Niente affatto. E fin qui niente di
strano, visto che da tempo le scienze umane hanno
smantellato le certezze assolute, non vantano
primati e si percepiscono come scienze
problematiche. Ciò che invece fa notizia è che
Monateri decreta il tramonto, anzi la fine
dellideologia occidentale in quanto vede
nelle origini multiculturali della cosiddetta
tradizione giuridica occidentale un influsso
prevalente della cultura afroasiatica.
Monateri ha sviluppato questa tesi
nellarticolo Caio negro,
disponibile in internet nel
sito della facoltà di giurisprudenza
delluniversità di Trento e pubblicato nel
volume 50 della rivista californiana di studi
giuridici Hastings Law Journal. I
termini Caio e negro non
ricorrono nel testo: il titolo arieggia
volutamente alla famosa opera di Martin Bernal,
Atena nera, in cui si teorizzano le
radici afroasiatiche della civiltà occidentale.
Lautore presenta in primo luogo la storia
del diritto romano come genealogia che legittima
un primato occidentale che non
esiste. In secondo luogo de-costruisce la
teoria ariana elaborata dai giuristi
tedeschi, contrapponendola alla teoria
afro-semitica di alcuni studiosi
francesi, come espressione dellantagonismo
tra le due scuole, frutto delle tensioni
culturali di fine Ottocento. Poi, con il
procedimento del Saggiatore galileiano, raccoglie
le obiezioni degli irriducibili che giudicano
provocatorie le sue tesi, e fuori luogo come le
evoluzioni di un elefante in un negozio di
cristallerie. Denuncia lenfasi grossolana
dei romanisti di professione, senza
tuttavia misconoscere loriginalità del
contributo romano in campo giuridico. Concesso a
Cesare quel che è di Cesare, Monateri passa al
setaccio il diritto dei contratti (e vi trova
antecedenti nel diritto babilonese), il diritto
dello Stato (di filiazione greca, nella sostanza)
e lo schema del processo romano (in linea con il
diritto personale e familiare degli egiziani).
Conclusione: ciò che abbiamo finora chiamato
Diritto Romano è un prodotto
multiculturale, frutto di civiltà diverse. La
giurisprudenza romana è una grande menzogna. I
Romani, contraddittori, poco originali,
pasticcioni, si sono dimostrati incapaci di
governare la società attraverso il diritto. Sono
Pasticcioni Questi Romani. Lesistenza di
una tradizione elogiativa e di apprezzamento è
il risultato di una strategia. Anche in questo
caso, la teoria scientifica è un risultato che
dipende dagli obiettivi dei ricercatori.
Facciamo un piccolo passo indietro.
Linversione della qualità di
Caio, e il rovesciamento del punto di vista
corrente, non sono che la derivazione di un
antico adagio della cultura tradizionale
grecoromana. Dice Plinio il Vecchio (Nat.
Hist. 8,42,9): ...unde etiam vulgare
Graeciae dictum semper aliquid novi Africam
adferre. LAfrica non finisce mai di
insegnarci qualcosa, in barba alla tradizione e
ai pregiudizi. Il profondo disprezzo per
lAfrica nasce con Hegel. È vero che
Monateri non è interessato a stabilire se
gli Egiziani possano essere definiti
Africani in ragione della loro
razza, e che usando il termine Africa e
Africano semplicemente perché
lEgitto si trova in Africa, assume
sulla questione un atteggiamento neutrale e
liberal vecchia maniera. Detto
questo, vorremmo osservare che a nostro parere il
tallone dAchille (grigio) del ragionamento
scientifico di Monateri sul Diritto romano, e in
genere sulla fenomenologia del tramandare, sta
nellaffermazione che le tradizioni
sono spesso un surrogato di progetti
consapevoli: la loro necessità e la loro
invenzione è sintomo di un malessere. I
progetti sono tutti consapevoli (diversamente non
sarebbero tali), e le tradizioni sono sempre, e
non spesso, faziose e tendenziose, per il fatto
che tramandano secondo un progetto. Sicché se
Caio è lumanità, non ha colore, o li ha
tutti.