GIOVEDÌ, 17 GIUGNO 2004
 

Il Ministero
inciampa
su Archita
ESAMI 2004. L'errore.
In una delle tracce
al filosofo greco
aggiunta una "t" di troppo.







Pagina 14 - Cronaca di Trento


 
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di Alessandro Dell’Aira


L’ERRORE è sempre in agguato, anche al tema di italiano della maturità. Infatti la perla più bella dei consiglieri ministeriali autori dei temi della maturità 2004 è “Architta” al posto di Archita. Con due t. Quasi un anagramma di Moratti. Architta di Taranto. Nel “De Amicitia” di Cicerone si legge: “Allora è vero quanto ripeteva, se non erro, Architta di Taranto…". Povero Cicerone. Aveva scritto “Se non erro” per modestia. Cicerone, e chi ha tradotto in italiano il “De Amicitia”, sanno benissimo che Archita si scrive con una sola t. Chi si è sbagliato è il consigliere del ministro. Archita affermava che se un uomo salisse in cielo da solo per contemplare il mondo dall’alto, non potendo confidarsi con un amico non proverebbe troppe emozioni. Archita, secondo Encarta, era un uomo politico e filosofo greco che “unì all’attività politica per la sua città (fu stratega per ben…)”. Lo abbiamo trovato in Internet. Lasciamo Archita al suo destino. Ci basta così, per quello che speriamo di poter dimostrare tra vent’anni (se ci arriveremo), alla maturità 2024. E cioè che chi titola “L’errore è sempre in agguato”, o chi scrive o trascrive “Se non erro”, è più indotto a sbagliare rispetto ad altri. In altre parole: scrivere “Errare”, “Erro”, induce all’errore con maggiore frequenza. L’errore, una volta nominato, è come il demonio. Spunta la coda dell’errore. Il nome errore è un falso amico di chi ammette di aver sbagliato, o finge di ammetterlo. Ci sembra logico, oltre che diabolico. Come Mefistofele consigliava a Faust, a chi non ama l’errore consigliamo di iscriversi a un corso di logica.