di Alessandro
DellAira
Si terrà oggi al palazzo
delle Terme di Comano la presentazione del libro
«Il mito che uccide» di Mario Baudino.
L'incontro che è fissato alle ore 17. alla
presenza dell'autore, giornalista culturale per
La Stampa, è nell'ambito del caretellone di
«Trentino d«autore», il consueto appuntamento
organizzato dall'Apt delle Terme di Comano. Al
termine dell'incontro verranno sorteggiate tra il
publico due copie regalo.
Il mito che uccide di Mario Baudino,
giornalista culturale per La Stampa, è la storia
del tedesco Otto Rahn, che negli anni Trenta
rigenera il mito del Graal, passa con le SS ed è
travolto da unossessione. Era corso da
Parigi in Linguadoca dietro a una pista
doro. Un curioso della storia, o uno dei
tanti spioni che con fini pretesti si aggiravano
per lEuropa in quegli anni? Alloggiava in
una pensioncina, frequentava caverne e dirupi
pirenaici. Un giorno lo beccarono a fare graffiti
falsi in una grotta. Di punto in bianco rilevò
un albergo, lHotel dei Castagni di Ussat,
sperando di rilanciarlo con invitati donore
del calibro di Josephine Baker e Marlene
Dietrich. Si credeva un artista totale, come
Wagner. In tanti si chiedevano cosa diavolo
avesse in mente. Sulla scorta di due poemi
medievali, uno francese (il Perceval di Chrétien
de Trojes), laltro tedesco (il Parzival di
Wolfram von Eschenbach), dedusse il nesso tra i
càtari, gli eretici perfetti che si
astenevano da ogni tipo di carne per scansare i
peccati di gola e lussuria, e la custodia del
Graal nel castello di Montségur. I càtari
furono sterminati con il placet dellOrdine
di san Domenico. Fu una crociata speciale.
Secondo Rahn, una crociata contro il Graal.
E questo il titolo del libro fatale. Otto
si uccise nel 1939 forse per ordini
superiori nei pressi di Söll, sui monti
di Kufstein, durante una tormenta. Mai più
ritrovato. Una morte di quelle che aleggiano su
chi fruga tra i misteri della storia. Braccato
dai sensi di colpa, sommerso da unimmensa
coltre bianca, sepolto vivo come Ötzi, o come
gli albigesi murati a centinaia si dice
nelle caverne del Sabarthès, scompare per
sempre. O per poco? Chissà (un suo falso
necrologio era stato diffuso due anni prima).
Cè chi ha scritto che Rahn ricomparve in
Italia, sotto falso nome, per espiare le sue
radici ebraiche. Ma questo è un mito nel mito.
Mario Baudino, ospite di Trentino dAutore
2004, sarà alle Terme di Comano sabato 7 agosto
pomeriggio. Introdotto da Alberto Faustini,
verrà a dipanare questo groviglio di politica,
neopaganesimo, spionaggio, letteratura e magia
nera. Come lui stesso svela in fondo al libro, lo
hanno assistito molti accademici, tra cui
Francesco Zambon, delluniversità di
Trento.
Fallito lHotel dei Castagni, Otto Rahn
entra nelle SA e quindi nelle SS. E inviato
come aguzzino a Dachau. Man muss fressen, cosa
non si fa per mangiare, borbotta a un amico
francese tra la calca di una Berlino in festa per
le Olimpiadi del 1936. Schiavo del regime, è
foraggiato da Himmler e si barcamena tra questi e
il rivale Rosenberg. Mentre la sua stella
declina, in Francia cresce la fama mondana di
Montségur, presunto scrigno del Graal.
Cosè il Graal? Almeno due cose può
essere, spiega Baudino: il calice
dellUltima cena, che accolse il sangue
versato da Cristo sulla croce, o una magica
pietra che dà la sapienza. Nel Parsifal Wagner
lo associa al calice sacro e recupera il mito
allortodossia, riportandolo in ambito
celtico-germanico. Rahn elabora la versione di
Wagner e la consegna al nazismo. La sua vera
rovina fu il Graal, sostiene Baudino, e non la
fede in Hitler e nellarianesimo.
Concordiamo. In letteratura, Otto Rahn ha una
fama consolidata di pasticcione. Fa una
comparsata anche nel Pendolo di Foucault di
Umberto Eco, nei panni di una specie di mago
Casanova delloccultismo, che mutatis
mutandis prova scientificamente i rapporti tra il
Graal e il Vello dOro degli Argonauti. Su
questa pista si lanciarono in tanti.
Smantellarono pavimenti e sepolture, cercarono il
magico Calice ovunque ci fosse odore di Templari,
nel Tibet, e più che mai nel castello di
Montségur. Uno dei tanti era linglese
Aleister Crowley, allievo di Madame Blavatsky e
affiliato alla Golden Dawn, la setta
dellAlba dOro, che nel settembre
1930, mentre Rahn si affannava in Linguadoca,
sparì tra i flutti nella Boca do
Inferno presso Cascais, con lineffabile
regia di Fernando Pessoa, per riemergere qualche
settimana dopo a Berlino, polo magnetico di
faccendieri tenebrosi, ciarlatani di razza,
nazisatanisti, promotori di miti sensazionali per
la politica del sangue e della terra, e perché
no, per le nuove frontiere del consumo e del
gusto. DallAtlantico ai Pirenei, da Cascais
a Montségur. Dopo i liberi eroi del Grand Tour,
ecco lesoterismo (e il turismo) di massa. E
dopo ancora, Indiana Jones, il Da Vinci Code e il
Leonardo new age di Dan Brown.
Mario Baudino, «Il
Mito che uccide. Dai Catari al Nazismo.
Lavventura di Otto Rahn, luomo che
cercava il Graal e incontrò Hitler». Longanesi
& C, Milano, 2004. 248 pagine, 16 euro.
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