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I
trentini
secondo Baldi
sospesi fra il Tirolo
e
le tentazioni padane
Il
giornalista Rai oggi al
Rosmini
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Pagina 56 -
Cultura e Spettacoli |
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di Alessandro
DellAira
CHI SONO I
TRENTINI? Per Massimo Baldi, sociologo e
giornalista Rai di Trento, sono gli
Austriaci dItalia. Il suo saggio,
edito nel giugno scorso dal gruppo UCT,
sarà presentato oggi alle 17 al Centro
culturale «Rosmini» di Trento da
Margherita Cogo, vice presidente e
assessore alla cultura della Provincia
Autonoma di Trento, da Sandro Schmid e
Sergio Bernardi, presidente e direttore
dell'UCT, e dallo stesso Massimo Baldi.
Trentino o Tirolo? Facciamo un passo
indietro di un secolo. Nel 1908
lanonimo autore del fascicoletto
«Chi sono i trentini?», edito a Trento
da Zippel, rispondeva con argomenti di un
candore disarmante a quelle che definiva
le menzogne dei pangermanisti. I trentini
sono gli abitanti del territorio di
Trento. Trentino non è un nome
geografico di fantasia, inventato dagli
irredentisti: risale almeno agli «Annali
overo croniche di Trento» del mantovano
Giano Pirro Pincio, opera pubblicata in
latino nel 1546 e in italiano nel 1648,
dove si legge: «il Trentino», «il
territorio trentino», «i trentini», e
non «il Tirolo», «il territorio
tirolese», «i tirolesi».
Lanonimo controbatte le posizioni
della lega patriottica tirolese, il
Tiroler Volksbund di Wladimir Kuk,
secondo cui «non esisteva alcun
Trentino».
Torniamo a oggi. Un altro autore, in
tempi recentissimi, si è posta la stessa
domanda. Chi sono i trentini? E
Giulio Pompermaier, del partito
autonomista trentino tirolese, che in un
excursus storico-politico di dieci anni
fa ha auspicato la ricostituzione del
Tirolo da Kufstein a Borghetto.
Questi due esempi di riflessione su
Trentino e Tirolo, pur essendo lontani
nel tempo e nel metodo, si limitano a
questioni territoriali e geografiche,
come se fugare i dubbi sullorigine
dei nomi, e sulluso che se ne fa,
basti a definire lidentità di un
territorio e dei suoi abitanti. Va
chiarito piuttosto, scrive Massimo Baldi,
che oggi assistiamo alla perdita e alla
sconfitta della memoria storica. Diciamo
«Trentino» e dimentichiamo che
non esiste storia del Trentino senza il
Tirolo. Non ci sono dubbi, il Trentino è
stato indiscutibilmente Tirolo, per il
poeta Giovanni Prati come per
limperatore Francesco Giuseppe.
Baldi amplia il discorso e lo porta sul
piano mitteleuropeo e multiculturale. I
trentini non sono i cani da guardia
dellImpero e dei suoi confini.
Hanno un loro patrimonio di idee che si
fonda sul senso di appartenenza a una
famiglia e a una comunità, sul rispetto
dellambiente, sulla solidarietà.
Come ogni gruppo umano, i trentini sono
titolari di una storia in grado di
spiegare comerano e come sono.
Questa storia va interrogata, per poterne
recuperare la consapevolezza e potersi
difendere dalle nuove insidie che
intaccano lidentità,
lautonomia, la cultura locale, come
il fast food, i megastore, il turismo di
massa, lomologazione. Diverse erano
le antiche insidie, come luso
strumentale di nuovi toponimi, ad esempio
Venezia Tridentina, in cui il
Trentino, declassato da nome ad
aggettivo, era agganciato a un contesto
regionale estraneo. La questione oggi va
ben oltre.
Baldi fa leva su due eroi di una stessa
patria: Andreas Hofer, paladino del
Tirolo contro Napoleone invasore, e
Michael Gaismayr, leader della guerra
rustica del 1525. Si tratta di personaggi
diversi ma complementari, che
rappresentano le due anime del Tirolo:
luno è cattolico e trascinatore di
folle, laltro è più vicino ai
protestanti. Lautore esplora e
percorre la storia a grandi passi, alla
ricerca di conferme alla propria tesi.
Segnaliamo linvito al recupero del
carattere multietnico del Tirolo, come
modello da applicare al Trentino: la
rievocazione degli aspetti meno noti del
passaggio di Garibaldi a Bezzecca, i
giudizi di Cesare Battisti e Benito
Mussolini sul Trentino, dove anche gli
operai «sono per lAustria»;
lautonomia accerchiata e le
tentazioni padane, laccordo
Degasperi-Gruber del 5 settembre 1946,
destinato a diventare un modello
internazionale per la buona convivenza
nelle zone a rischio; lautonomismo
di massa. Baldi resta fedele al taglio
giornalistico del genere instant book:
aspetto spartano del libro, riflessioni
ad alta voce e a tutto campo, giudizi
taglienti, niente note, qualche rinvio
bibliografico nel testo. Tra storia
dimenticata e identità.
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