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DOMENICA, 14
NOVEMBRE 2004 |
Sulle orme di Dürer.
Alle elementari
Il sentiero
dell'artista
riscoperto dai bambini di
Segonzano
e raccontato in un libro
Pagina 53 - Cultura e Spettacoli
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di Alessandro
DellAira
Federico
Schliemann, larcheologo
degli archeologi, dopo aver
dissotterrato la maschera
doro di Micene telegrafò
ad Atene e stupì il re di
Grecia: «Ho guardato negli occhi
Agamennone». Lo stesso brivido,
senza spedire neppure un
messaggino al sindaco Fiorenzo
Menegatti di Segonzano, hanno
provato lanno scorso le
bambine e i bambini che con i
loro maestri e maestre hanno
scoperto due cifre su una vecchia
casa di Faver. Una data
incompleta su un architrave
rotto. 14... e poi
chissà.
Quanto bastava per sognare. Il
grande Dürer, cinquecentodieci
anni prima, su quella casa della
Valle di Cembra aveva forse
posato gli occhi. |
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Trento
e l'Adige visti da Albrecht
Dürer |
Era successo che lAdige era
uscito dal letto. Da Salorno non si
passava e chi veniva da nord per andare a
Venezia doveva arrampicarsi per le
colline e procedere, oppure fermarsi e
aspettare che calasse la piena. Dieci
anni dopo, quando Albrecht tornò in
Italia, certamente si ricordava della
Valle di Cembra ma il suo tempo era
prezioso. Dalla strada imperiale alzò lo
sguardo, sospirò, tirò dritto e non
tornò sul sentiero della Corvaia. Non
tornò ad ammirare il paesaggio alpino,
il castello in rovina su una rupe, la
capanna malconcia, il mulino ad acqua e
gli alberi sul dosso che lo avevano
affascinato. Quel paesaggio autunnale
così diverso dal suo lo custodiva in
casa. Ancora non era la bella casa di
Tiergärtnerplatz, piena di vestiti, di
cassapanche e di peltri. Dürer aveva una
bancarella al mercato di Norimberga e
vendeva le stampe che produceva lui, gli
costavano meno e rendevano di più. Così
si era fatto ricco abbastanza per tornare
a spese proprie a Venezia ad ammirare i
quadri di Mantegna e di Giovanni Bellini.
Aveva ancora tanta sete darte, come
tutti gli artisti veri che non smettono
mai di imparare. Il paesaggio alpino
però era già suo. Lo teneva come in un
forziere, in quegli acquerelli.
Sul sentiero della Corvaia nel 2003 gli
ottantasei della scuola elementare di
Segonzano sono tornati con gli esperti.
Il risultato è un libro come pochi. Un
libro che profuma dautunno e di
castagne, di leggende e di nuova
saggezza, di foto digitali e di polenta.
Sì perché quella volta che nella scuola
di Segonzano si diffuse un profumo di
polenta, dalle altre classi vennero a
frotte a vedere chi era quel matto che
aveva messo sul fuoco un pentolino e
stava facendo saltare i pop corn. E
invece avevano sgranato due pannocchie in
un macinino, come ai tempi di Dürer, e
con quella farina di tritello avevano
appena finito di cuocere la polenta. Una
polenta color pastello, come quella di
Dürer, con il gusto dei tempi di Dürer.
La polenta giusta al momento giusto e nel
posto giusto. Oggi non si fa più tanta
polenta a scuola e si sgranocchiamo
troppi pop corn.
Il bello di questo libro, «Con gli occhi
del Dürer in Valle di Cembra. 86 bambini
della Scuola Elementare di Segonzano
sulle tracce della Storia e
dellArte», Scuola elementare di
Segonzano, Trento, Anno scolastico
2003-2004, 130 pagine), è la capacità
di rendere attuale e gustosa la storia
del costume e dellarte senza
scivolare nella retorica e nella
banalità. È un prodotto artigianale nel
senso più autentico della parola. A
cominciare dal modo di procedere, che è
come quello dei borghi medievali che
nascevano senza progetti strombazzati, si
costruivano sul costruito, mai a
sbregabalon, partendo da unidea che
si impastava con la materia. Si costruiva
continuando a impastare le idee con la
materia, ci si fermava, si studiava un
modello ben fatto e ben riuscito e si
continuava. Tutti imparavano dagli altri
e ciascuno imparava dal tutto. Come ai
tempi di Dürer, o almeno come pensiamo
che andassero le cose nel mondo degli
acquerelli di Dürer e vorremmo che
andassero sempre.
Il libro della scuola elementare di
Segonzano, Istituto comprensivo di
Cembra, è nato dallamore per
lantico e per larte,
dallinnamoramento per unidea,
dalla trepidazione per il frutto che
andava maturando tra le mani di chi lo
coltivava. È nato dallamore per la
scuola e per la civiltà, che sta anche
nella tecnica digitale della
riproduzione, e in questo magistrale
lavoro di grafica e impaginazione (fatto
gratis da Liliana Mattevi), che assimila
ai colori di Dürer le foto a colori di
una visita guidata sul sentiero della
Corvaia. Sfogliando il libro sembra che
Dürer sia uno dei maestri
accompagnatori, e che il lavoro
labbia fatto lui, tornato a vedere
e a dipingere la Valle di Cembra con gli
occhi e gli acquerelli della sua gente.
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