COSA DISTINGUE i polpettoni dalle polpette? Non
la carne e neppure il veleno. Oltre al fatto che
si può intossicare di tutto, dalle mele agli
strudel, il polpettone ha un ripieno (uova sode,
capperi, sarde, mollica tostata, rosmarino
)
della cui interezza il commensale non ha
coscienza, pur essendo attratto dalla sezione
trasversale, sempre diversa da fetta a fetta
anche nello stesso piatto, mentre lintero
è noto solo allartefice (la nonna,
Vissani, Eco, Brown, e chi più ripieno ha più
ne metta). Tre volte su tre, quando si infilza la
fetta, il ripieno si sfila e si sfracella nel
piatto, e non si gusta perché salvo i capperi è
ridotto a un pot-pourri di natura incerta. Il
polpettone è pieno di segreti che non puoi
conoscere tutti in una volta. E come
Gradisca, la parrucchiera di Amarcord, come la
bolla di sapone di Schopenauer. E
linvito insufflato a godere di un bene
pregustato nellattesa. Ma quando il
pregustato è il Graal più il codice Leicester
di Bill Gates che ha raccolto leredità di
Walt Disney, il ripieno non è da polpettone
default. Cè dentro troppa grazia che ti
prende per le papille ma non lega perché,
francamente, di quegli ingredienti nessuno ne ha
mai veramente saputo un tubero, o quasi.
La qualità del polpettone non si misura dal
ripieno. Il tocco supremo è la salsa. Nel Da
Vinci Code di Dan Brown la salsa è il complotto,
la sfida tra il paramassonico Priorato di Sion e
il gruppo cattolico tradizionalista
dellOpus Dei. Che esistono veramente, ma
non sono né fatti né persone sicché è bastato
invocare la formula che non si allude a fatti o a
persone realmente esistite. Così la raffica di
querele, anziché procurare guai al cuoco, ha
generato valanghe di polpettoni. Il mese scorso
librerie, supermarket, alberi di Natale italiani
ne distribuivano la trentaquattresima edizione.
In copertina il titolo è maiuscolo, per evitare
un trappolone. Da Vinci non è il cognome di
Leonardo, non si scrive The Da ma The da Vinci
Code. Consapevole, leditore italiano usa le
lettere capitali, che diventano minuscole nel
secondo risvolto di sovraccoperta, Il codice da
Vinci, con una pezza più elegante del buco.
Così risulta che lUltima Cena, o il codice
Leicester, sono made in Vinci, patria del
geniaccio che scriveva alla rovescia, come sotto
la rosa del cofanetto custodito nel caveau della
banca teatro degli incubi del protagonista, quasi
strozzato da un oggetto misterioso la cui misura
e modello non possiamo rivelare subito.
In apertura il professor Robert Langdon, esperto
di simbologia religiosa, di professione
conferenziere, affronta il pubblico parigino con
lalta uniforme dei manichini di Vogue:
giacca di Harris tweed e girocollo Burberry.
Dettaglio irrilevante, se non fosse che nel retro
di sovraccoperta la testa di Langdon - Dan Brown
sorride di sghimbescio su un girocollo Burberry
che emerge da una giacca di Harris tweed. Alla
fine Robert si fidanza con Sophie, che discende
dai Merovingi, i quali a loro volta discendono
dalla Maddalena, la fidanzata di Gesù. Detto
così è banale, ma tutto si regge su questa
trovata che è una svolta storica in quanto
supera le ambizioni di Indiana Jones. Seguendo
questa pista abbiamo scovato, mimetizzata nel
ripieno, la chiave di volta del polpettone, il
sogno dello yankee medio: «Ti unirai ai grandi
uomini che ammiri, Leonardo, Botticelli, Newton.
Ciascuno di loro sarebbe onorato di essere in
questo momento al posto tuo».
E tutto un sogno, naturalmente. Dopo la
conferenza, durante la quale Langdon rischia di
finire garrotato dal suo girocollo Burberry,
allHotel Ritz gli incubi si sprecano. Ma al
risveglio (è lalba o il tramonto?) il
professore ha unilluminazione. Senza
neppure docciarsi corre al Louvre dallHotel
Ritz e cade in ginocchio davanti alla piramidina
che emerge dallatrio proprio sotto la punta
della Piramide Inversa, il lucernario che con la
Grande Piramide di vetro ha sfigurato il museo
più blasonato del mondo. Lì sotto, capperi,
cè il Graal. La catarsi deve essere
avvenuta alle venti e venti, lora che in
sovraccoperta è suggerita sul quadrante alle
spalle di Langdon-Brown. Et voilà, tout se
tient, dicono i cuochi di Parigi quando legano i
polpettoni. Solo che, vivaddio, almeno un
ricambio il nostro poteva portarselo
dallAmerica, visto che indossa ancora la
divisa della sera prima. Ci voleva tanto? Una
shirt con le palme, una sahariana, un trench. O
era andato a dormire col girocollo, come
lottanta per cento dei single del pianeta,
rischiando di finire strozzato come Langdon nel
caveau della banca?
Ci siamo messi a frugare con la forchetta nel
ripieno, alla faccia del Galateo, il codice di
monsignor Della Casa. Abbiamo trovato un cappero.
Avete presente la rotabile che da Fiumicino va
verso est, quella tutta curve, che nei week end
vi mette a rischio ogni dieci secondi di fare un
frontale con la cabriolet di Paperino e nipoti?
«Quella notte, mesi prima, quando la Fiat aveva
lasciato laeroporto, Aringarosa aveva visto
con sorpresa che non si dirigeva al Vaticano ma a
est, lungo una strada di montagna. Dove
andiamo? aveva chiesto allautista.
Nei Colli Albani gli aveva risposto
luomo. Il suo appuntamento è a
Castel Gandolfo». Quando a est di
Fiumicino non cerano le Montagne Rocciose,
uno dei motivi per cui Topolino era poco
osteggiato dai padri dei nostri padri
adolescenti, nonostante fumetto, era che la sua
caffettiera si sarebbe diretta «sui», e non
«nei» Colli Albani, dove non ci sono miniere
attive. Le edizioni italiane di Topolino, come il
monaco Silas, erano impeccabili. Lo ricorda,
nella Misteriosa fiamma della regina Loana
(giugno 2004), Umberto Eco, che più di una volta
sembra fare il verso a Dan Brown. A parte il suo
debole per rose e pendoli, in ipotesi non gli
sarebbe mancato il tempo per impastare un
antipolpettone e farcirlo di qualche sberleffo al
Da Vinci Code, uscito negli USA un anno e mezzo
prima e da noi nel novembre del 2003. In che
modo? Vediamo. In entrambi i romanzi cè un
nonno che alleva nipoti dopo la morte dei
genitori in un incidente dauto. La
misteriosa fiamma è la ricerca del femminino
nella memoria individuale, come il Da Vinci Code
lo è nella memoria universale. Loana, archetipo
delle donne vagheggiate da Yambo comprese la
segretaria Sibilla e un amore scolastico
impossibile (Lila, Sibilla anche lei), è la
controfigura della Maddalena trasfigurata da
Brown nella Gioconda e in Sophie la crittologa.
Le carabattole del nonno, il Nuovissimo Melzi, i
magnifici eroi delle letture infantili, aiutano
Yambo a recuperare la memoria dopo il coma, così
come Langdon si barcamena tra la Bibbia, i
diabolici parti del bricolage del nonno di Sophie
e le chiavi di volta, alla ricerca del Graal e
della Gran Madre perduta. Cè un
personaggio di Eco, il candido Gràgnola, che
svela a Yambo adolescente i segreti del male e
del bene, così come il perfido Teabing inizia la
ricettiva Sophie alla teologia paranoica.
Cè un libro del Seicento, magico e
preziosissimo, che nella Misteriosa fiamma dà a
Yambo stravolto dallalta pressione il
viatico per laltro mondo. E stampato
in un anno (1623) che ricorda la divina
proporzione e la sequenza del matematico Leonardo
(anche lui) Fibonacci: 1,618, magnificata da
Teabing. Oh Fibonacci, my old friend Fibonacci.
Prima o poi, nella nostra esistenza disordinata,
non possiamo non imbatterci in lui. La sua
sequenza, presentata in una certa maniera, per
esempio nel modo in cui mister Richard Brown,
professore di matematica e padre di Dan, deve
averla illustrata a suo figlio, è una delle
cause che hanno allontanato generazioni di
giovani dalla matematica. Oltre che dagli ananas,
dalle pigne, dai cavolfiori, dallUomo di
Vitruvio, dalle scarpe di Minnie e dai codici di
Leonardo, ora Fibonacci salta fuori a tradimento
anche dai polpettoni. My God, è quasi un
complotto.