45 GIRI è il titolo del
recital proposto nelle settimane scorse alle
comunità trentine del Brasile dai giovani del
Gruppo Musicale LAncora di Tione (GMA),
uniti dalla passione comune per la musica e il
teatro. Il titolo riassume il senso e il
repertorio delle serate: una ventina di pezzi
selezionati tra le nostre canzoni leggere degli
ultimi quarantanni. Insomma un po
daria fresca del Bel Paese, non solo del
Trentino. Uno spaccato di vita italiana,
ravvivato da qualche successo internazionale caro
anche ai non più giovani. Parole, musiche e
immagini con lo sfondo integratore del
maxischermo. Scenografia essenziale, un po
di recitazione, altrettanto di improvvisazione,
grande prontezza di spirito e tantissimo
entusiasmo, ingredienti che non guastano neppure
tra i professionisti.
LAncora
è una creatura di Tiziano Salvaterra e Cesare
Valentini, il primo armonizzatore delle voci e
general manager, il secondo animatore di
comunità, arrangiatore e tastierista del gruppo
nato undici anni fatti nelle Giudicarie come
sezione musicale dellomonima cooperativa,
centro di consulenza e aggregazione giovanile
attivo dal 1992.
I concerti a tema
Il GMA è composto da una ventina di giovani, tra
strumentisti, cantanti e tecnici. La sua
specialità sono i concerti tematici, uno dei
quali, tra i più recenti, era ispirato alla
donna. Un altro ciclo di concerti lanno
scorso ha avuto per meta i Balcani: Albania,
Serbia, Montenegro, con un recital dedicato al
nostro contingente di pace.
La tournée brasiliana del GMA, organizzata con
lapporto dei circoli trentini locali e
sotto legida dei Trentini nel Mondo, ha
celebrato i cenototrenta anni
dellemigrazione italiana in Brasile. Ha
toccato tre stati (San Paolo, Paranà, Santa
Catarina) e alcuni luoghi sacri
dellemigrazione trentina: Juindai,
Curitiba, Xanxere, Vigolo Vattaro con il suo
santuario di Madre Paolina, Rodeio e infine San
Paolo.A Curitiba il gruppo ha incontrato
larcivescovo Moacyr Josè Vitti,
ambientalista implacabile, di discendenza
trentina (la sua famiglia è originaria di Vigo
Meano).
Lo spettacolo di chiusura è tenuto nel Teatro
Italia di San Paolo, alla base del grattacielo
sorto negli anni Sessanta al posto di una
splendida villa tra le Avenidas Sao Luis e
Ipiranga. LEdificio Italia, oggi sede del
quasi centenario circolo dei nostri connazionali,
ospita ancora molti enti legati al nostro Paese.
Un milione di emigrati
Dal 1875 in avanti i nostri emigrati in Brasile
hanno raggiunto e superato la rispettabile cifra
di un milione e mezzo di persone, in buona parte
di provenienza veneta e trentina. Alla fine
dellOttocento, dopo labolizione della
schiavitù, si imbarcarono in tanti per andare a
lavorare nella fazendas o nei cantieri
ferroviari, con la speranza di fare fortuna
presto. Da schiavi bianchi a coloni, per
richiamare il titolo di un noto saggio di Renzo
Grasselli.
Oggi i discendenti di quegli emigrati sono dieci
volte più numerosi. A questo pubblico il GMA si
è rivolto, e in fondo ha riproposto una nostra
antica tradizione presente non solo in Brasile:
quella dei gruppi musicali itineranti, attivi in
quasi tutte le città dello Stato di San Paolo e
ovunque vi fossero colonie di immigrati italiani.
Il loro repertorio era fatto di romanze e canzoni
famose, già divulgate dai rulli traforati delle
pianole, dai primi dischi a novanta e settantotto
giri, dagli apparecchi radio telati e imponenti
come cappelle, dai cui altoparlanti quasi si
vedevano uscire le onde sonore che andavano e
venivano come onde del mare.
Champagne e ricordi
Il concerto offerto ai trentini di San Paolo dal
GMA di Tione si è concluso con un disincantato
Champagne, di Peppino di Capri, che a
quanto pare in Brasile è la più nota canzone
italiana dopo O sole mio. Una scelta
velatamente nostalgica e consapevole del fatto
che oltre agli spaghetti, alla pizza e al
mandolino, uno dei tanti nostri stereotipi è
linnamoramento innaffiato di champagne
popolare, o come minimo dallo spumante di buona
marca italiana, gradito anche a Marcel Proust che
ne La strada di Swann esaltò quello
di Asti (peccato, ai tempi nostri forse sarebbe
stato il Ferrari o il Rotari
).
Lo Champagne dei trentini a San Paolo non
alludeva tanto amori perduti, a bollicine
proibite, a calici da bere dun fiato e
infrangere al suolo con gesto un po out, ma
all integrazione delle nostre comunità
allestero con le comunità locali, e a cari
ricordi di terre lontane, memorie preziose da non
gettare via.