Le
intermittenze della morte, lultimo
romanzo del Premio Nobel portoghese José
Saramago, per quanto paradossale possa sembrare,
è una rapsodia sulla vita. La morte è
intermittente come le lampadine degli alberi di
Natale o delle insegne pubblicitarie, e fa parte
della nostra esistenza come le pause fanno parte
della musica. Molte sono le pieghe nascoste di
questa storia misteriosa in cui la morte, sotto
le spoglie neanche troppo mentite di una giovane
donna, sinnamora di un violoncellista che
le resiste, assiste a un suo concerto da un palco
di proscenio e capisce che non si deve mai
distrarre un artista impegnato nella sua
arte. Un messaggio antico, che sembra
riflettere e far riflettere sulla forza
dellarte, sulla sua prevalenza sulla morte.
Guai però a chiedere a Saramago se il
messaggio è ottimista. Nega di avere mai scritto
questa frase (eppure lha scritta, in questo
libro) e si lascia andare contro tutti gli
ottimisti, quelli sciocchi dellautostima di
oggi e quelli superbi del progressismo di ieri.
Secondo Saramago, chi, davanti allo
spettacolo offerto dal mondo in cui viviamo, veda
ragioni per essere ottimista è una persona che o
non capisce quello che succede oppure dà a
vedere di non capirlo.
Le intermittenze della morte,
presentato a San Paolo in prima mondiale venerdì
scorso 28 ottobre, debutterà in Portogallo nei
primi di novembre e quasi contemporaneamente
sarà immesso sul mercato mondiale tradotto in
altre lingue, in Italia per i tipi di Einaudi.
Farà furore come regalo di Natale 2005. Ma
perché presentarlo in Brasile anziché in
Portogallo? Una ragione cè.
Ledizione brasiliana è stampata su carta
rigorosamente certificata secondo le norme di
rispetto ambientale. Lindustria editoriale
consuma avidamente carta la cui produzione
accelera la distruzione delle foreste, e ciò
minaccia la biodiversità indispensabile alla
nostra sopravvivenza. Nel corso della conferenza
stampa seguita alla presentazione del libro, è
stata distribuita una cartella di Greenpeace con
la notizia del contributo di Saramago alla
campagna per salvare le ultime foreste primarie
del pianeta. La vita in Amazzonia sta morendo.
Soffre da anni per la deforestazione, e ora si è
aggravata per le conseguenze drammatiche di una
siccità pervicace, alla quale non sembra essere
estraneo loperato delluomo.
La domanda da cui è nato il libro è simile a
quella del Saggio sulla cecità.
Lottantatreenne Saramago rivela di essersi
reso conto da poco che tutti i libri che ha
scritto finora hanno un fondo di assurdità.
Questa volta la domanda è: E se la morte
smettesse di uccidere? In un paese ipotetico,
costituzionalmente retto da uno di quei re
saramaghesi sopravvissuti alla crisi della
monarchia, lultimo giorno di un anno
qualsiasi la morte sospende le sue attività ed
entra in sciopero, per ragioni ignote. Si
verificano le situazioni più strane, in quel
paese e solo in quel paese. Il fenomeno è
inedito, assolutamente contrario alle norme della
vita. Per di più, non risulta registrato neppure
nelle storie universali e nelle enciclopedie.
Come si farà negli ospedali? Come si farà a
pagare le pensioni? Il capo del governo fiuta una
crisi politica. Un cardinale teme il peggio,
perché senza morte non vi è resurrezione,
e senza resurrezione non vi è chiesa.
Unorganizzazione segreta, la maphia
(scritta con ph perché, spiega Saramago, non si
tratta di mafia qualsiasi), si incarica di
sostituirsi alla morte trasportando al di là
delle frontiere nazionali, sorvegliate dai
militari, i congiunti moribondi in eterno di
quelle famiglie desiderose di tornare
allantica.
Poi dimprovviso la morte torna a farsi
viva, recupera il tempo perduto e introduce una
novità: la spedizione domiciliare di una busta
di colore viola con otto giorni di preavviso, in
modo che gli interessati abbiano il tempo di fare
testamento o di diseredare i parenti, di fare
pace con i vicini, oppure volendo di darsi alla
pazza gioia prima di lasciare questo mondo. Il
tutto tra unaltalena di bandiere, che
allinizio servono ad esprimere la gioia per
la scomparsa della morte, e dopo il ritorno
subitaneo di questultima vengono usate per
segnalare la presenza di defunti da rimuovere
dalle case.
Tutto il romanzo è una miniera di spunti
geniali, come il dialogo tra la morte e la falce,
lescamotage delle società assicuratrici
che trasformano in titoli a risparmio le polizze
vita di cittadini che non muoiono più, fissando
a ottantanni la data virtuale del trapasso,
o la sfilza dei titoli sensazionali di stampa che
annunciano la ripresa dei decessi. Citiamo una
riflessione fra tutte: la morte ha le mattane ma
non uccide mai da sola, gli uomini nella storia
hanno ucciso molto più di lei.