BARACK OBAMA che acchiappa una
mosca in diretta e laccoppa in tempo reale è il
trionfo del video problem solving. Di meglio fece solo
Benvenuto Cellini febbricitante durante la fusione del
Perseo, quando fece gettare nella fornace piatti,
scodelle e tondi di stagno per evitare che il capolavoro
gli si accartocciasse. Non è questione di battere il
ferro quando è caldo. È questione di calcoli rapidi: se
la va la va, altrimenti la spacca. Cellini fu un grande
italiano, ma non lunico compatriota a cogliere
loccasione al volo in un momento difficile, come
Barack Obama. Di meglio no, ma come Obama fece, cognome
premonitore, il nostro Giovanni Mosca quando aveva
ventanni e ne dimostrava sedici, in una scuola
pubblica elementare del Duce. Lo raccontò nei suoi
Ricordi di scuola. Nominato maestro
provvisorio, si presentò al direttore che appena lo vide
gli diede del voi, si mise le mani nei capelli e pensò:
Quelli della quinta C appena lo vedono se lo
mangiano. I supplentofagi erano in quaranta
(speriamo che la Gelmini non legga) e il capoclasse si
chiamava Guerreschi, rapato a zero, due denti di meno,
occhietti feroci. Il maestro provvisorio trovò le
quaranta belve accovacciate sui banchi. Nel silenzio che
precede le battaglie, lalunno Guerreschi gli
lanciò a tradimento larancia che stava
palleggiando, ma non lo colpì. Inferocito tirò fuori la
fionda. Era il segnale: ne spuntarono altre trentanove.
Allimprovviso un ronzio. Il moscone. Dovera?
Guerreschi lo cercò con lo sguardo.
Guerreschi, disse il maestro provvisorio,
becca quel moscone. Uno a zero per il maestro
provvisorio, ma fu una vigliaccata: a dirgli il nome del
capo era stato il direttore. Tornò il silenzio. Tacquero
anche le armi, come nei poemi di Omero. La pallina di
carta masticata di Guerreschi si schiantò contro una
lampadina. Due a zero per il maestro, che non era più
tanto provvisorio. A me la fionda!, disse,
mirò tirò e accoppò il moscone che gli cadde morto ai
piedi. Tre a zero. Voglio le altre trentanove
fionde. Gliele diedero. Guerreschi, alla
lavagna. Quattro a zero.
Questa prodezza di Giovanni Mosca anticipa due eventi
mediatici. Anzitutto, un film Usa del 1988, Teachers, che
narra di una scuola in cui i prof non riuscivano a
insegnare granché, tranne uno, il quale una volta
istruì i suoi ragazzi su come si fa a riparare un
termosifone. In secondo luogo, anticipa la prodezza del
presidente Obama, che ieri durante unintervista tv
ha accoppato un moscone al volo e si è alquanto
compiaciuto del risultato. Centrato. Chapeau. Per una
Mosca che esce dalla storia, vi entra un moscone.
Epperò, come dicono i revisionisti: epperò, se
lavesse mancato? Non ci pensiamo. La storia non si
fa con i se.
Se la Gelmini ci legge, coglie loccasione al volo e
siamo spacciati.
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In «Ricordi di scuola» il
giornalista conquista la classe con la fionda
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Prodezza che è meglio non
far sapere al ministro Gelmini
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