LE LETTERE  
venerdì 14 aprile 2000, S. Abbondio  
   
TRAIETTORIE SCOLASTICHE
Tra Pinocchio e Pikachu

di Alessandro Dell'Aira

QUANDO PINOCCHIO VENDE L'ABBECEDARIO pur di entrare nel Gran Teatro dei Burattini, lì per lì non gli importa di Geppetto che ha barattato la casacca di fustagno per comprarglielo. Pensa solo a sottrarsi a un dovere che non gli garba, perché la scuola austera piace poco anche ai ragazzi studiosi, meno ancora ai ribelli e meno che mai ai somari e ai burattini. Grato a Geppetto che gli ha fatto i piedi nuovi, Pinocchio promette: andrò a scuola, studierò e mi farò onore. Il più e il meglio già ce l'ha: il sussidio didattico. Dice: babbo, ti comprerò una giacca d'argento e d'oro, te lo giuro, bottoni di brillanti. Ma gli bastano i pifferi, una grancassa e un baraccone per accettare i quattro soldi di uno straccivendolo. Gli servono per uno show che vale più di un abbecedario. Il gruppo dei pari lo chiama e lui va incontro a un destino che neppure Collodi conosce, visto che non ha fatto il piano dell'opera. Il suo è un serial improvvisato per il "Giornale per i bambini", fondato da chi? Da un futuro ministro dell'Istruzione dell'Italia umbertina, l'onorevole professor Ferdinando Martini.
La scuola austera non piaceva, ma sopportarla era dolce, ora con noncuranza del martirio, ora con l'indolenza degli animali che passano per svogliati. Orazio si lamentava del plagosus Orbilius, Shakespeare scrisse in As you like che nella vita di tutti gli uomini c'è uno studente che si trascina unwilling to school come una lumaca. I fasti della pedagogia ricordano Vittorino da Feltre e San Filippo Neri, assolutamente comprensivi e tolleranti. Ma siamo certi che i loro allievi fossero altrettanto gioiosi ed entusiasti?
La scuola pubblica del mondo industrializzato, pluralista e di massa, flessibile pure in Giappone, non è quella del ministro Martini. E' più vicina al punto di vista di Pinocchio, burattino ribelle e futuro cittadino modello, e di Pikachu, inquieto e selvaggio pokémon. Pikachu è amico di Ash, studente che dorme e non piglia pesci per la dannazione del professor Oak. Vorrebbe ritirarsi ma ci pensa Pikachu a svegliarlo con le sue scariche che mettono a rischio l'impianto antincendi della scuola. A rivitalizzare Pikachu è stato Flint, genitore dello studente Brock, una specie di anti-Lucignolo. Come si vede, quella di Pinocchio è un'epica picaresca che ha per teatro la strada e le osterie e si conclude a scuola, quella dei Pokémon è un'epica giovanile che si svolge in alternanza tra scuola e mondo esterno.







A
paragone con Pinocchio, Ash è in una botte di ferro: Pikachu avrebbe bisogno di essere addestrato ma riesce lo stesso a proteggere Ash più di quanto il Grillo Parlante, profeta di sciagure, non tutelava Pinocchio dalle disavventure. Nel serial Ash si salva alla fine di ogni puntata, mentre alcune puntate di Pinocchio finivano in modo così disastroso che i genitori scrissero al giornale quando l'eroe rischiò di finire impiccato. E il giornale se la cavò così: "Una buona notizia. Il signor Collodi scrive che il suo amico Pinocchio è sempre vivo, e che sul conto suo potrà raccontarvene ancora delle belline". Buona notizia allora, scialba oggi. Ormai non abbiamo il tempo di seguire tutte le puntate di una storia. I giornali non ne pubblicano quasi più e la televisione ci ingrassa. Ogni puntata è un modulo, una storia a sé. Risultato: puoi perderne quante ne vuoi, ne vedi una e le hai viste tutte. E tra una storia e l'altra ci sono le figurine, i tatuaggi, i pokémon pieghevoli in quattro stadi di evoluzione, i libri-pokémon portachiavi con tanto di moschettone da agganciare allo zaino, gli abbecedari-pokémon fosforescenti da sfogliare di notte in caso di necessità. Chissà che inondazione questa estate. Approfittiamone, costano poco ed è meglio farne incetta, perché con l'aria che tira non è detto che i sussidiari della scuola dell'obbligo continueranno a darceli gratis. Prepariamo la casacca di fustagno.