AMBASCIATORE ALL'ONU
l.e.
L'ambasciatore Francesco Paolo Fulci raccoglie al
termine del suo intervento un lunghissimo
applauso che sancisce la fine dei lavori del
convegno sulla Corte Penale Internazionale. L'ex
capo dei servizi segreti italiani, ora nella
delegazione permanente italiana presso le Nazioni
Unite a New York, si sottopone con molta
disponibilità ad alcune nostre domande.
Qual è
la sua opinione sul livello che le trattative
internazionali per il cessate il fuoco in Kosovo
hanno raggiunto?
Il vertice del G 8 di Bonn aveva aperto dei
grandi spiragli, prontamente chiusi da tre
avvenimenti che hanno pesato come macigni sul
lavoro della diplomazia: il cambio alla guida del
governo russo, la strage di civili e soprattutto
il bombardamento dell'ambasciata cinese: la Cina,
bisogna ricordarlo, in caso di votazione
esprimendosi negativamente porrebbe il veto, cui
ha diritto, bloccando qualsiasi decisione.
Cosa pensa del
voto negativo che gli Usa hanno dato il 17 luglio
'98 all'istituzione della Corte?
Io non mi preoccuperei troppo, la maggioranza di
120 voti a favore contro i 7 contrari la dice
lunga sulla volontà dei paesi che hanno
partecipato alla conferenza di Roma. Non è una
novità che gli Stati Uniti in campo democratico
si trovino dietro gli altri: si pensi che sono
gli unici assieme alla Somalia che non hanno
ratificato la Convenzione Internazionale per i
diritti del fanciullo. Il problema fondamentale
non è quello del maggior peso sull'opinione
pubblica quanto la presenza di alcuni personaggi
molto influenti in determinate cariche.
Il professor
Conso e la professoressa Lattanzi si sono detti
decisamente pessimisti viste le solo tre
ratifiche dopo quasi un anno dalla firma del
trattato. Lei cosa suggerisce per accelerare il
processo di ratifica e quindi di formazione della
Corte?
I timori dei colleghi sono giustificati. Propongo
di convogliare l'entusiasmo che ancora si è
dimostrato qui a Trento nel T82: un'azione
congiunta di ognuno di noi che faccia in modo da
rendere agevole la ratifica ad ogni stato: è una
campagna di sensibilizzazione che speriamo abbia
anche una funzione emulativa; 60 ratifiche non
sono impossibili da raggiungere».
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