SPQR,
Senatus Populusque Romanus.
Abbiamo sempre saputo o creduto
di sapere che Roma antica era la
patria della governance e del
diritto. La sigla campeggia
ancora sui tombini della Città
moderna, ma induce alla
dissacrazione. Sapendo o non
sapendo di scherzare, molti vi
leggono, come Obelix: Sono
Pazzi Questi Romani. Fuori
di testa chissà, ma opportunisti
sì, e pronti a elaborare il
sapere altrui dopo averlo appreso
e messo da parte. Questi Romani
hanno messo mano a tutto, hanno
trappolato con tutto ma senza
capo né coda, diritto compreso.
Così sostiene Pier Giuseppe
Monateri, docente di sistemi
giuridici comparati, quando mette
in crisi ciò che sempre si è
pensato e scritto del diritto
romano, e cioè che sia la spina
dorsale dellOccidente, il
più sviluppato e sofisticato
sistema giuridico del mondo
antico, buono per tutti i tempi e
tutti i luoghi, il sistema doc
che si rinnova in tutte le salse,
di continuo. Niente affatto. E
fin qui niente di strano, visto
che da tempo le scienze umane
hanno smantellato le certezze
assolute, non vantano primati e
si percepiscono come scienze
problematiche. Ciò che invece fa
notizia è che Monateri decreta
il tramonto, anzi la fine
dellideologia occidentale
in quanto vede nelle origini
multiculturali della cosiddetta
tradizione giuridica occidentale
un influsso prevalente della
cultura afroasiatica.
Monateri ha sviluppato questa
tesi nellarticolo
Caio negro,
disponibile in internet nel sito
della facoltà di giurisprudenza
delluniversità di Trento e
pubblicato nel volume 50 della
rivista californiana di studi
giuridici Hastings Law
Journal. I termini
Caio e
negro non ricorrono
nel testo: il titolo arieggia
volutamente alla famosa opera di
Martin Bernal, Atena
nera, in cui si teorizzano
le radici afroasiatiche della
civiltà occidentale.
Lautore presenta in primo
luogo la storia del diritto
romano come genealogia che
legittima un primato
occidentale che non esiste.
In secondo luogo de-costruisce la
teoria ariana
elaborata dai giuristi tedeschi,
contrapponendola alla teoria
afro-semitica di
alcuni studiosi francesi, come
espressione dellantagonismo
tra le due scuole, frutto delle
tensioni culturali di fine
Ottocento. Poi, con il
procedimento del Saggiatore
galileiano, raccoglie le
obiezioni degli irriducibili che
giudicano provocatorie le sue
tesi, e fuori luogo come le
evoluzioni di un elefante in un
negozio di cristallerie. Denuncia
lenfasi grossolana dei
romanisti di
professione, senza tuttavia
misconoscere loriginalità
del contributo romano in campo
giuridico. Concesso a Cesare quel
che è di Cesare, Monateri passa
al setaccio il diritto dei
contratti (e vi trova antecedenti
nel diritto babilonese), il
diritto dello Stato (di
filiazione greca, nella sostanza)
e lo schema del processo romano
(in linea con il diritto
personale e familiare degli
egiziani). Conclusione: ciò che
abbiamo finora chiamato
Diritto Romano è un
prodotto multiculturale, frutto
di civiltà diverse. La
giurisprudenza romana è una
grande menzogna. I Romani,
contraddittori, poco originali,
pasticcioni, si sono dimostrati
incapaci di governare la società
attraverso il diritto. Sono
Pasticcioni Questi Romani.
Lesistenza di una
tradizione elogiativa e di
apprezzamento è il risultato di
una strategia. Anche in questo
caso, la teoria scientifica è un
risultato che dipende dagli
obiettivi dei ricercatori.
Facciamo un piccolo passo
indietro. Linversione della
qualità di Caio, e
il rovesciamento del punto di
vista corrente, non sono che la
derivazione di un antico adagio
della cultura tradizionale
grecoromana. Dice Plinio il
Vecchio (Nat. Hist.
8,42,9): ...unde etiam
vulgare Graeciae dictum semper
aliquid novi Africam
adferre. LAfrica non
finisce mai di insegnarci
qualcosa, in barba alla
tradizione e ai pregiudizi. Il
profondo disprezzo per
lAfrica nasce con Hegel. È
vero che Monateri non è
interessato a stabilire se
gli Egiziani possano essere
definiti Africani in
ragione della loro razza, e
che usando il termine Africa e
Africano semplicemente
perché lEgitto si trova in
Africa, assume sulla
questione un atteggiamento
neutrale e liberal
vecchia maniera. Detto questo,
vorremmo osservare che a nostro
parere il tallone dAchille
(grigio) del ragionamento
scientifico di Monateri sul
Diritto romano, e in genere sulla
fenomenologia del tramandare, sta
nellaffermazione che le
tradizioni sono spesso un
surrogato di progetti
consapevoli: la loro necessità e
la loro invenzione è sintomo di
un malessere. I progetti
sono tutti consapevoli
(diversamente non sarebbero
tali), e le tradizioni sono
sempre, e non spesso, faziose e
tendenziose, per il fatto che
tramandano secondo un progetto.
Sicché se Caio è
lumanità, non ha colore, o
li ha tutti.