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Palermo.
Il Genio del Molo. |
Nel
mese di marzo di
quest'anno siamo andati
in Sicilia per qualche
giorno in viaggio di
istruzione e siamo
tornati a casa con un
Genio in valigia: il
Genio di Palermo. Sì,
perché Palermo ha un
simbolo di cui pochi
turisti si accorgono: un
re con il corpo giovane e
il volto di vecchio, una
corona ducale e un
serpente che sembra
mordergli il petto. In
una nicchia di piazzetta
Garraffo, nel famoso
mercato della Vucciria di
Guttuso, ce n'è uno
così, della fine del
Cinquecento. Ne abbiamo
visto un altro di epoca
un po' più tarda al
centro della fontana di
piazza Rivoluzione.
Quest'ultima una volta si
chiamava piazza
Fieravecchia, oggi si
chiama Rivoluzione
perché è legata ai moti
del 1848: intorno alla
sua fontana la gente si
radunava per protestare
contro i re Borboni.
Oltre a questi due Geni
ce n'è un altro sullo
scalone principale del
Palazzo Pretorio, sede
del Municipio. È
poggiato al centro di una
conca, non dentro ma
sopra una lastra che la
copre. Sul bordo corre la
scritta latina: PANORMUS
CO(N)CA AUREA SUOS
DEVORAT ALIENOS NUTRIT.
Questa conca sta in cima
a una colonna corta, più
recente, forse
ottocentesca, con una
schiera di figure in
altorilievo e uno scudo
con la scritta
"FIDELITAS". La
colonna a sua volta è
innestata su un elemento
antico con una lunga
iscrizione funeraria dai
caratteri minuscoli,
abbellito all'esterno da
sei tondi con altrettante
scene il cui senso è
connesso con
l'iscrizione. La
composizione, alta due
metri e sessanta Genio
compreso, è retta da una
seconda colonnina di
porfido rosso che poggia
su una base di marmo
grigio ed è affiancata
da due paggi seduti. In
uno dei tondi
dell'elemento centrale si
distingue un rogo che
brucia e negli altri un
uccello che potrebbe
essere un pellicano o
l'Araba Fenice. Ne
abbiamo discusso con il
preside, che ci
accompagnava, e lui ci ha
detto che i simboli del
pellicano e della fenice
sono molto usati
nell'iconografia, mentre
il serpente e l'aquila in
lotta sono tipici della
città. di Palermo. Ci ha
detto anche che di Geni
in città ce ne sono
altri tre: uno al Porto,
all'altezza del vecchio
Molo, il più antico di
tutti; un altro alla
Villa Giulia vicino il
mare, della fine del
Settecento; e un altro
ancora all'esterno della
Cappella Palatina, dei
primi dell'Ottocento ma
tutt'altro che
rivoluzionario perché
regge un medaglione con
Ferdinando di Borbone e
sua moglie Maria
Carolina. Ecco forse
perché c'è scritto
"FIDELITAS"
sullo scudo della colonna
del Genio del Palazzo
Pretorio. A Villa Giulia
(ma non abbiamo potuto
entrarci perché erano in
corso lavori) e alla
Cappella Palatina il
Genio ha un cane e
un'aquila, oltre al
serpente: anche il cane
era un simbolo di
fedeltà, che però manca
alla Vucciria e a Piazza
Rivoluzione. I Geni di
Palermo non sono tutti
uguali. C'è forse un
posto dove i Geni sono
tutti uguali?
Nella piazza del
Municipio c'è la famosa
Fontana che porta lo
stesso nome, Fontana
Pretoria. La città
l'acquistò nel
Cinquecento dalla
famiglia di un ex viceré
e la fece montare di
fronte al Palazzo con
l'integrazione di alcuni
pezzi. Per ora è in
restauro e non abbiamo
potuto ammirarla: forse
ha qualcosa a che vedere
con il Genio e il suo
serpente, ma è una
vicenda troppo complessa
per essere trattata qui.
Abbiamo messo la storia
del Genio in valigia,
pensando all'Annuario. Il
preside ci ha promesso
che ci farà sapere
qualcosa di più, visto
che sta studiando
l'argomento e in
particolare il Genio del
Molo. Sarà per un'altra
volta, chissà.
L'esperienza di Palermo
ci è piaciuta, è stata
geniale e abbiamo già.
voglia di ripeterla.
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